La penna degli Altri 05/09/2011 10:31
Roma, una rivoluzione necessaria

I NUOVI - Gabriel Heinze, peraltro arrivato a Trigoria a parametro zero, deve essere considerato leccezione che conferma la regola di scelte che sono state tutte dettate da unetà che si potrebbe definire quasi vietati ai maggiori. Sommando, infatti, gli anni di chi è arrivato a Trigoria e dividendo per undici, quanti sono i nuovi, viene infatti fuori unetà media di ventitrè anni e sette mesi (senza Heinze sarebbe di quasi un anno in meno), quasi cinque in meno rispetto a quella della Roma allinizio della passata stagione, sei si considera quella stessa Roma alla fine dello scorso campionato. Escludendo Stekelenburg (29 anni) che, peraltro, ha meno anni di quelli che ha considerando che storicamente la carriera di un portiere è più lunga, il più vecchio dei nuovi è Osvaldo con ventincinque anni e otto mesi. Gli altri sono un po la mejo gioventù, partendo da Erik Lamela considerato il nuovo talento del calcio argentino e finendo con il bosniaco (con passaporto lussemburghese) Pjanic arrivato dal Lione per sistemare (si spera) il centrocampo giallorosso. (...)
I VECCHI - Il progetto di ringiovanire la Roma, scelta inevitabile se si vuole, appunto, parlare di progetto, non si fermerà qui. E probabile che già nel prossimo mercato di gennaio a Trigoria possa arrivare qualche altro giovane (dipenderà dalle risposte che si avranno dai primi quattro mesi di campionato). E poi, nel giugno del prossimo anno, ci saranno altre novità. Anche in considerazione di contratti in scadenza di giocatori come Perrotta, Cassetti, Cicinho, Lobont, Heinze, Simplicio, tutti abbondantemente oltre i trenta ( per De Rossi il discorso è completamente diverso). Insomma, la rivoluzione americana, o spagnola se volete, dovrà essere completata, avendo come obiettivo quello di azzerare o quasi la vecchia Roma per costruirne una tutta nuova. Del resto la squadra ereditata dalla proprietà americana ufficialmente il diciotto agosto scorso con la firma sui contratti, era una Roma che aveva chiuso la stagione con unetà media che sfiorava i trenta anni e che aveva un assoluto e logico bisogno di una rinfrescata e ringiovanita, giusto per usare due participi passati cari, due anni fa, a Luciano Spalletti. In questa stagione, Luis Enrique dovrà essere bravo a far convivere il vecchio e il nuovo nel miglior modo possibile, cercando di sfruttare lesperienza della vecchia guardia e lentusiasmo di un gruppo di giovani che, in molti casi, hanno e avranno anche lesigenza di ambientarsi in un campionato complesso come è quello italiano.