La penna degli Altri 13/09/2011 10:07
Luis intoccabile, la squadra è tutta con lui
La società sostiene e sosterrà il tecnico: Sabatini e Fenucci ci hanno parlato subito dopo la partita, Baldini si è sentito con lui al telefono e tutti gli hanno ribadito che deve continuare a lavorare come sta facendo. La Roma ha - deve avere - pazienza. Senza prendere in giro nessuno: i risultati contano, se le cose dovessero precipitare (ma è unipotesi che al momento nessuno prende in considerazione) si faranno le opportune valutazioni, ma adesso non ci sono dubbi sul fatto che Luis Enrique è e resterà lallenatore della Roma. Sarebbe un delitto pensare il contrario: a Trigoria negli ultimi mesi è cambiato tutto, altri cambiamenti sono ancora in divenire, ci vuole tempo per ammortizzare. In campo, che poi è la cosa più importante, sta succedendo lo stesso. La squadra che ha affrontato il Cagliari non aveva mai giocato insieme, cerano giocatori, come Pjanic, arrivati da tre giorni e altri, come Osvaldo, che non avevano mai indossato la maglia della Roma. La Roma è un ottimo gruppo, ci sono le basi per «qualcosa di bello», come filtra dalla società, ma serve al più presto diventare una squadra.
Cè un solo e rapido modo per farlo: vincere. «Ci servirebbe una vittoria, anche giocando male, per sbloccarci», vanno ripetendo i giocatori in coro, più o meno ufficialmente. Qualcuno ha perplessità di tipo tattico, ci sono delle situazioni da risolvere e Luis Enrique, sul campo, è pronto a farlo: cè Totti, ad esempio, 207 gol in serie A che fa il rifinitore e gioca tanto (troppo) lontano dalla porta; cè Bojan, schierato sempre da Luis Enrique, che sembra ancora spaesato e che contro il Cagliari è stato il peggiore; cè la fascia sinistra, dove José Angel - che pure deve migliorare in fase difensiva - non ha unalternativa; cè Stekelenburg, che ancora non sà quella sicurezza che ci si aspetta da un portiere vice campione del mondo; cè un modulo difficile da assimilare e scarsa lucidità sotto porta. Tutto vero, tutto alla luce del sole, tutti argomenti
che a Trigoria verranno affrontati.
che a Trigoria verranno affrontati.
Ma ci sono anche delle cose a cui aggrapparsi, cose che fanno pensare che per la luce in fondo al tunnel sia davvero questione di poco: cè Totti - anche qui - che coi piedi santi che ha mette in porta i compagni con la solita enorme facilità; cè De Rossi, che sembra tornato quello del primo Spalletti, giocatore straordinario e grande leader; ci sono Pjanic, lo stesso José Angel, Borriello, il giovane Borini e tanti altri che sono pronti a trascinare la squadra; cè un ds che quella stessa squadra non la abbandona mai e che, se davvero le cose dovessero andare male, sarebbe il primo ad assumersene le responsabilità; cè una struttura forte, un presidente che aspetta solo lincarico ufficiale per trasferirsi a Roma e che, anche dagli States, non fa mancare appoggio e sostegno. Tutti elementi che adesso, quando si è a 0 punti in classifica e fuori dallEuropa, sembrano secondari. Ma che, invece, danno il senso di quello che potrà - e dovrà - essere.
Tra le cose che ci sono (e ci saranno sempre, è persino superfluo dirlo) ci sono i tifosi della Roma. Quelli che, come striscione a Verona insegna, non perdono mai. Anche loro stanno con la squadra e con lallenatore. Ci stavano prima e dopo lo Slovan, visto che domenica hanno riempito di nuovo lOlimpico, ci stavano anche ieri quando la delusione per la sconfitta contro il Cagliari era comunque forte. I tifosi, maturi e innamorati, hanno applaudito la squadra perché quello era giusto - bello - fare. È da quellapplauso che bisogna ripartire. Quellapplauso così spontaneo e convinto che ha conquistato Luis Enrique e il suo staff: lallenatore al fischio finale era stravolto, lappoggio di giocatori e società gli ha ridato un po di serenità, ma se cè qualcosa che lo ha lasciato a bocca aperta è stata la dimostrazione damore della gente. Senza scadere nella retorica - e lui non è proprio il tipo - il suo pensiero va ai tifosi. Ha ricevuto tanto, vuole ricambiare. E sa che cè solo un modo per farlo: vincere. Vincere e basta.