La penna degli Altri 11/09/2011 12:41
La Roma dei debuttanti si presenta all'Olimpico
Per Stekelenburg c'è il 100%: il portiere titolare è lui, senza ombra di dubbio.
Nego ha giocato ieri con la Primavera, dimostrando se non altro duttilità: è un terzino destro e ha giocato centrale difensivo per necessità. Verrà il suo momento, ma per ora stiamo allo 0%.
Kjaer ha fatto pochissimi allenamenti con il gruppo, avendo giocato con la Danimarca nelle qualificazioni europee (2-0 alla Norvegia). In teoria, vista la teoria «gioca chi si allena meglio», dovrebbe stare fuori. Ma Juan sta ancora male, Heinze piace poco e Cassetti serve a destra. Così ha un buon 70%.
Sapeva di essere un part-time, ma non credeva di essere dietro pure a un difensore laterale (Cassetti). Heinze, per ora, accetta in silenzio. Possibilità? Diciamo 10%.
José Angel è un intoccabile. Giovane, asturiano e senza concorrenza a sinistra: è da 100%.
Il punto interrogativo è Pjanic. Per qualità dovrebbe giocare sempre, anche se è appena arrivato. Fosse per chi scrive, sarebbe inamovibile. E da subito, come Sneijder per Mourinho (debutto nel derby). Potrebbe essere un cambio per alzare il livello nella ripresa: è al 40%.
Strettamente connesso è il discorso su Gago. Si è allenato bene, ha esperienza e voglia di giocare. Listino al 60%. E se gioca lui, De Rossi passa intermedio.
Per Erik Lamela c'è la grande attesa di tutti i romanisti. «Sta meglio, è disponibile», ha detto Luis Enrique. La sensazione è che, al massimo, possa andare in panchina. Ma è molto difficile. Per ora è un 5%, presto bisognerà aggiungere almeno uno zero.
Bojan pare, con Stek e José Angel l'unico da 100%. Conosce il modello Barcellona, può giocare sia da attaccante esterno che centrale.
Osvaldo è stato l'acquisto più costoso. Ha forza e duttilità. Non può stare sotto il 90%. Per essere cauti.
Last but not least, Borini. È in forma pazzesca, come visto in under 21. Ha lo 0% di partire titolare, ma il 30% di giocare uno scampolo.
P.s.: dopo Slovan Bratsilava-Roma fare previsioni sulle scelte di formazione di Luis Enrique è un'impresa suicida. Però il gioco era troppo divertente.