La penna degli Altri 16/09/2011 11:00

La fantasia può aiutare lo schematismo

Il discorso vale anche per la AS Roma e forse ci voleva qualcuno che lo spiegasse - prima - sia ai nuovi proprietari sia all’allenatore prescelto e agli altri tecnici. Anche perché Luis Enrique è asturiano quindi non iberico bensì celtico iberizzato essendosi nelle Asturie insediata una vasta colonia di Celti, ai quali, dopo la dominazione romana (maldigerita), succedettero i Visigoti. Di qui un carattere fiero, forte e anche un po’ schematico. Non facile da ambientare e da miscelare in una à, Roma, che nei secoli si è salvata ed è fiorita e rifiorita più volte facendo del pragmatismo (spesso saggio e intelligente), dell’adattabilità sovente sagace, di un ironico e autoironico scetticismo altrettante regole di vita.

Non senza coltivare nel profondo passioni popolari autentiche. Per esempio con Garibaldi nella seconda Repubblica Romana. Una à, comunque, dove la creatività ha sempre prevalso sugli schemi rigidi. Ce ne diede lezioni egregie nel calcio lo scandinavo Liedholm (ed anche Eriksson), e il Barone - che molto amò Roma perché la capì - veniva da Valdemarsvjik (chissà come si pronuncia) che vuol dire "fiordo del Vichingo". Dopo la sconfitta col Cagliari, in tv Enrique è parso umanizzato, simpaticamente umanizzato. è stato bravissimo: prima a tacere, poi a lanciare lo slogan "tutti uniti per la Roma" (ormai è un leader della pubblicità), infine a riunire i compagni in trattoria per consolidare il gruppo. Alcuni acquisti - Angel, a parte la sciocchezza dell’espulsione, , Heinze - funzionano, altri si ambienteranno (ma che Borriello fosse meglio di Osvaldo lo sapevamo già). Si riparla del Pec Pizzarro. Insomma fra vecchio e nuovo si può ricavare, ancora una volta, un buon cappuccino. Fin da sabato sera a San Siro dove la Roma un anno fa fece con l’Inter un partitone. In bocca al lupo!