La penna degli Altri 17/09/2011 12:15
Fame di vittoria

Pensate che - almeno simbolicamente - questespressione a livello mediatico è nata qui a Milano. Era il 10 aprile del 1960, da quattro mesi era nato "Tutto il calcio minuto per minuto". La ninna nanna più struggente per gli innamorati del calcio. Quattro collegamenti, più quello dallo studio. Non si usava interrompere il collega, ci si collegava e si raccontava. A metà fra lepica e la cronaca, Omeri gentiluomini del XX secolo. Ma un gol della Roma è una rivoluzione. "Scusa è Ameri, ha segnato la Roma".
La prima interruzione della storia del giornalismo radio televisivo italiano. Il gol era quello di Pedro Manfredini. Doppietta, 3-1 per la Roma a Milano contro lInter. Un gol della Roma divenne rivoluzione per tutti, nel modo di fare giornalismo, di raccontarlo, di tramandarlo, di parodiarlo.
In questi tempi in cui veramente ci sarebbe da chiedere scusa ad Ameri, è bello paragonare questInter-Roma a quello. Unaltra rivoluzione è in atto. E a chi non capisce che sta succedendo bisognerebbe far capire quello che è già successo. Già ora, prima delle 20.45 quando la Roma darà tutto per portare sullaltare della nuova era la prima vittoria. Solo pochi mesi fa la Roma era una squadra affidata a una banca, aveva troppi giocatori in scadenza, così come il suo futuro; dallaltra parte cera lInter che sembrava la Babilonia del pallone, vacche grasse per antipasto, triplete, cinquina e tombola, campionati del mondo per club, giocatori dallingaggio di 10 milioni in tribuna, palloni dOro nello sgabuzzino, scudetti di carta e derba infilati come in una collana da portare al dito.
Erano i giganti. I petrolieri. I padroni. Forse lo sono ancora, ma adesso sono insicuri, non sanno neanche come devono giocare in difesa, hanno un allenatore per caso e non vedono lora di mandarlo via, una squadra che ha strizzato lanima per Mourinho e che non si ritrova una goccia di entusiasmo, non riescono più nemmeno a spendere. Sono agli sgoccioli.
E la crisi, bellezza. Qualsiasi cosa accadrà lInter è una squadra alle corde di se stessa, dei suoi tempi esagerati e viziati che ha costruito e cavalcato, una copia emaciata e anoressica di quello che era solo pochi mesi fa.
Qualunque cosa accadrà la Roma sa di avere un futuro davanti a sé, quella visione del fine ultimo che fa leggero il cammino, un popolo e una curva che lapplaude dopo una sconfitta col Cagliari. E la rivoluzione, bellezza. La novità è che stavolta non cè stata nessuna interruzione. I nostri simboli sono gli stessi: Totti e De Rossi. Romani e romanisti che nella città più lontana da noi che ci sia cercheranno di ridire il loro ti amo. Senza chiedere scusa a nessuno se la Roma va in vantaggio.