La penna degli Altri 27/09/2011 10:28
DiBenedetto sul trono
Per lassetto definitivo della società americana bisognerà attendere lassemblea. Tra un mese, infatti, scade il mandato dellattuale cda e verrà eletto quello nuovo. Le liste verranno consegnate il 2 ottobre: tredici i membri previsti, ma potrebbero salire a quindici. Oltre a DiBenedetto, Claudio Fenucci e Mauro Baldissoni (già entrati nel «board» e nel comitato esecutivo), gli americani inseriranno gli altri tre soci della cordata - James Pallotta, Michael Ruane e Richard DAmore - lavvocato Joe Tacopina, destinato alla poltrona di vice-presidente, e un altro uomo vicino a DiBenedetto. Non Franco Baldini, futuro direttore generale ma non consigliere. Nei cinque posti spettanti alla banca (sei se il cda sarà di quindici membri) continueranno a sedere Paolo Fiorentino, Roberto Cappelli, Bernardo Mingrone e Roberto Venturini più uno tra Antonio Muto e Giuseppe Marra, questultimo candidato alla conferma: sarà lui il vero legame tra vecchio e nuovo, mentre lunico «trombato» rischia di essere Michele Baldi, fedele scudiero della famiglia Sensi.
Allordine del giorno stamattina cè anche lapprovazione del progetto di bilancio dellesercizio chiuso al 30 giugno 2011, con un passivo intorno ai 40 milioni di euro, da sottoporre poi allassemblea. Niente sorprese, tutto calcolato dai nuovi proprietari che insieme a Unicredit hanno stanziato aumenti di capitale in più tranche da 100 milioni di euro, per rimettere a posto i conti disastrati. Anche lanno scorso il bilancio si è chiuso con il segno «meno»: la perdita è stata di 21,9 milioni. Al peggio non cè mai fine. Come chiesto dalla Consob i dati aggiornati e approvati verranno allegati al prospetto per il lancio dellOpa, un passaggio obbligato dopo il cambio di proprietà. Gli americani e Unicredit hanno stanziato 30 milioni per le azioni dei piccoli investitori ma ne serviranno molti meno: lOpa, al prezzo di 0,67 euro per azioni, rischia di andare deserta o quasi.
Laltro punto su cui dovrà esprimersi il cda di oggi è la questione-carnet. Lidea di vendere insieme 16 biglietti delle gare casalinghe senza lutilizzo della Tessera del Tifoso, è stata bocciata dallOsservatorio e ora la Roma dovrà decidere se forzare la mano o accettare linvito del Viminale a sospendere liniziativa, in attesa di coinvolgere le altre società: alla fine prevarrà la linea «prudente», da scartare anche lipotesi di un ricorso al Tar. «La Roma - spiega il ministro dellInterno Roberto Maroni - ha preso uniniziativa autonomamente, senza informarci, che smentisce il protocollo di legalità sulla Tessera del Tifoso. Per questo ho chiesto una valutazione allOsservatorio. Siamo in contatto con la Roma per cercare una soluzione - ha aggiunto - bisogna evitare che questa iniziativa sia interpretata, come ha già fatto qualche gruppo di tifosi, come la fine della Tessera del Tifoso».
Il ministro è intervenuto su unaltra questione cara alla società giallorossa. «Sono convinto che gli stadi di proprietà si possono fare anche senza legge. Le resistenze maggiori non vengono dal Parlamento, ma dai comuni: può darsi che la legge venga sbloccata, anche se ci credo poco. Il governo di fronte al Parlamento ha solo potere di sollecitazione, ma se si vuole fare lo stadio, si fa». Dopo il primo approccio con il sindaco, giovedì DiBenedetto ne parlerà anche con il presidente del Coni Gianni Petrucci. Aspettando un progetto concreto sul nuovo impianto la priorità, al momento, è trovare una strada comune per sfruttare meglio lOlimpico.