La penna degli Altri 21/09/2011 09:41

DiBenedetto-Alemanno, per lo stadio c'è tempo

Nuovo stadio? Ancora no Eppure, già dalle 14 di oggi, «vogliamo partire bene con la nuova società — assicura Alemanno — e dare tutta la nostra disponibilità, soprattutto per la questione dello stadio che i tifosi chiedono sia costruito. L'iniziativa è della nuova società ma ci auguriamo che la Roma rompa gli indugi e faccia una proposta». Non è ancora il momento. Non che gli americani non ci stiano lavorando. Sono gli uomini di Pallotta e della Raptor a occuparsene: Mark Pannes e Sean Barros saranno qui tra una settimana, in tempo per preparare una primissima bozza di progetto e presentarla al sindaco. Nulla di concreto e immediato, comunque, tanto che su questo fronte la priorità di DiBenedetto per i prossimi mesi sarà sfruttare meglio il potenziale dell'Olimpico. Claudio gli ha spianato la strada con Gianni Petrucci, e sarà proprio l'amministratore delegato ad accompagnarlo dal presidente del Coni nei prossimi giorni.

Nuovi investimenti? Subito Ma lo stadio è poco più che un dettaglio nell'agenda di DiBenedetto, che oggi incontrerà anche Joe Tacopina e discuterà con lui della possibilità di inserirlo nel board giallorosso. Ci sono questioni più urgenti da risolvere o altre iniziative da lanciare nei prossimi trenta giorni. Ieri il patron — che attende la convocazione del Cda (il 27?) per entrare ufficialmente nell'organigramma del club — ha trascorso la giornata in albergo, dove ha sbrigato affari personali, senza farsi vedere a Trigoria. Lo farà oggi? In fondo poco importa che faccia sentire la sua presenza a squadra e allenatore, non ne hanno bisogno, hanno già trovato il modo di convivere, promettono di crescere insieme, e bene. Ora è più urgente che DiBenedetto prenda in mano la Roma, letteralmente: che si faccia dare i conti, analizzi entrate e uscite della campagna acquisti, verifichi il rispetto dei parametri imposti dal fair play finanziario, decida quanto, dove e come investire per potenziare il settore marketing: internazionalizzare il marchio, sprovincializzare la comunicazione, insomma dare alla Roma quella dimensione globale promessa fin dall'inizio, fondamentale per aumentare i ricavi del club. Altrimenti, di che parliamo?