La penna degli Altri 11/09/2011 11:58

De Rossi: un guerriero, il suo ritorno



A ripensarci oggi forse un bene, visto che per la prima volta dopo anni ha avuto la possibilità di riposarsi. Di staccare. Fisicamente lo ha fatto poco, visto che si è allenato da solo a Ostia e ha perso anche un paio di chili. Mentalmente invece è tornato trasformato. Bastava vederlo l’altra sera in Nazionale oppure basta sentire Prandelli, a cui brillavano gli occhi nel vederlo così a Coverciano. Così forte, così motivato, così tranquillo. Così . Quello a cui mezza Europa sarebbe pronta a offrire un contratto in bianco oppure con tanti zeri. La Roma a certe cifre (nove, dieci, centomila milioni l’anno) non può arrivare, ma può - e vuole - comunque andargli incontro. Economicamente, magari aumentando l’offerta di quattro milioni più i premi, e tecnicamente, garantendogli sempre la possibilità di giocare in una squadra da vertice. Una squadra che lotta per grandi traguardi: questo ha chiesto. Come professionista. E come tifoso. Le due cose vanno di pari passo. Da 249 partite. E oggi Daniele scenderà in campo per la 250esima volta in campionato con la maglia della Roma. L’amore conta e i numeri contano ancora di più, soprattutto quando raccontano di un giocatore che sta per iniziare la decima stagione in serie A. Contro il Cagliari, a cui ha segnato 2 volte: la prima l’8 febbraio del 2006, la seconda proprio un anno fa, nel 5-1 che segnò una delle peggiori umiliazioni della Roma di Ranieri. Una serata da dimenticare, mentre oggi - Luis Enrique insegna - dovrà essere «un grande giorno».




Se giocherà da intermedio o da centrale ancora non si sa, l’allenatore lo comunicherà a lui e alla squadra soltanto stamattina. Però ci sarà e questa è già una sicurezza. Perché in un reparto profondamente rinnovato sarà e dovrà essere lui la guida della squadra. Non che sia una novità, ma quest’anno, più del solito, ci si aspetta qualcosa in più. Ci si aspetta , semplicemente. Quello che fin dal primo giorno di ritiro ha conquistato Luis Enrique: «È fondamentale, è un elemento chiave, uno dei più forti giocatori al mondo - le parole dell’allenatore dopo qualche giorno di raduno a Riscone - Già lo conoscevo da giocatore e, adesso che l’ho conosciuto di persona mi piace ancora di più. È bello vedere la sua voglia di vincere, ma anche come ascolta, come si impegna, con l’umiltà e la disponibilità per mettersi a disposizione della squadra. Spero si senta coinvolto in questo progetto». Lo è. Anche in questo caso, come professionista e come tifoso. Lo è come , il guerriero che oggi l’Olimpico è pronto a riabbracciare. Perché l’amore conta. Eccome se conta. Basterà vederlo di nuovo in campo per capire quanto.