La penna degli Altri 13/09/2011 09:04

De Rossi gioca in difesa: «Luis Enrique è leale. La Roma crescerà con lui»


Ha parlato ai microfoni di Sky, dando due messaggi forti: la posizione di Luis Enrique è salda; la Roma non è pronta per vincere qualcosa in questa stagione. Nella squadra del futuro, è qualcosa di più di un calciatore: è la base per ricostruire, è il leader scelto da Luis Enrique (molto più di ) ed è l'immagine pubblica verso i tifosi, soprattutto i più giovani, quelli che non hanno mangiato il pane duro di generazioni precedenti. Ecco perché, all'indomani del crollo contro il Cagliari, che fa seguito all'eliminazione dall'Europa League, le sue parole sono significative.


Primo punto, Luis Enrique: «È un tecnico giovane, è leale e innovativo. Predilige il possesso palla e il gioco offensivo. Si è sempre comportato correttamente con noi, con i senatori e con i giovani. Dice le cose in faccia, lo apprezzo per questo». Punto secondo, le prospettive: «Dobbiamo invertire la rotta, ma non credo di poter vincere subito quest'anno. Bisogna programmare in vista delle prossime stagioni e sostenere questo progetto. L'eliminazione dall'Europa League magari ci consente di evitare qualche trasferta e questo, alla lunga, potrebbe aiutare. Ma siamo tanti e la rosa sarebbe stata perfetta per 3 competizioni».

La difesa del tecnico si sposa con le intenzioni della proprietà e con la reazione del pubblico allo stadio dopo la sconfitta. Ci si aspettavano fischi e insulti, sono arrivati tristi applausi di incoraggiamento. Luis Enrique non rischia la panchina, neppure se dovesse perdere contro l'Inter e zoppicare nelle prossime giornate. È stato scelto da Franco Baldini in persona e Franco Baldini è stato messo al centro del progetto sportivo romanista dai nuovi proprietari. Nelle prossime ore il futuro farà un blitz a Roma. Pur stando attentissimi a non interferire con le scelte di Luis Enrique, per non delegittimarlo di fronte ai giocatori, si è fatta strada a Trigoria la necessità di una specie di «affiancamento». Il Cagliari è stata la prima di tante squadre che verranno all'Olimpico per difendersi. Non si può pensare che il calcio italiano cambi la sua mentalità perché è arrivato Luis Enrique da . Così sarà necessario affrontare simili avversari con idee più incisive. Va bene il possesso palla, ma verticalizzare ogni tanto il gioco non è proibito. Gli schemi sono necessari a una squadra, visto che il calcio non è un gioco per singoli, ma serve anche la personalità per non fare solamente il «compitino».


Il pubblico giallorosso ha dato la sua adesione al progetto: quasi 100 mila biglietti per due gare non certo di cartello, contro Slovan Bratislava e Cagliari, sono un segnale chiarissimo. C'è voglia di calcio e c'è voglia di calcio nuovo. A Luis Enrique il compito di andare avanti per la sua strada evitando una cosa sola: le guerre contro i mulini a vento del suo antenato Don Chisciotte.