La penna degli Altri 04/09/2011 11:01

De Rossi e il contratto lungo

per come è fatto, per cromosoma per dirla come il poeta () non direbbe mai «io firmo in bianco»: sarebbero parole da ruffiano, pose da ragazzino, non sono da lui. Non è una cosa seria. E lui lo è,
così come è seria questa trattativa. Se non bastano gli occhi di Daniele, c’è la controprova: prima di qualsiasi rinnovo fatto nella sua carriera, anche il primo quando era veramente un ragazzino, ha sempre fatto più o meno lo stesso discorso: «Non è scontata la mia firma», «Io devo valutare», «Dobbiamo parlarne». Una volta - era alle primissime ore dal suo esordio in Nazionale - disse qualcosa di simile e sui giornali De Rossi era dato perso dalla Roma. Via col titolo.  Questa è appena storia. La cronaca è che  sta in Nazionale, quando tornerà riprenderà il discorso con , , il suo procuratore Berti per il rinnovo del contratto. Improbabile che si arrivi alla firma prima dell’inizio del campionato, probabile che si arrivi alla firma. Anche confrontandosi con il mercato, come Daniele può fare adesso. La Roma non arriva certo ai 9 milioni del - offerti indirettamente al giocatore da qualche emissario - ma fa un’offerta non lontana dalle richieste del giocatore.
 
E poi c’è dell’altro. E non solo i famosi bonus.  Nella proposta al vaglio è prevista la possibilità da parte della Roma e del giocatore di fare un contratto che preveda garanzie al termine dello stesso, un ulteriore prolungamento. E’ un contratto lungo in tutti i sensi. Perché importante, perché si parla di  e della Roma. Una marea. Perché si parla di un giocatore che - per esempio - pur non avendo sentito l’altro ieri la conferenza stampa di ha dato l’interpretazione migliore di quasi tutti quelli che invece l’hanno sentita. Alla fine la notizia non è il contratto. Alla fine la notizia arriva alla fine perché prima andava sgombrato il campo. sta con e sta con Luis Enrique perchè non ci sono contrapposizioni, perché nella Roma non ci sono fazioni. All’interno no.
 
Per è il più grande giocatore da quando lui è nato e Luis Enrique «un tecnico in gamba, capace e leale». Aggettivi simili in bocca a sono macigni, sono più di una garanzia contrattuale. Alla fine la notizia è nella notizia: per questa è una grande squadra, con una grande società, un capitano unico e un tecnico speciale. Non è poco, è persino più di un contratto in bianco, senza altre parole tranne quelle di . Queste: «Io non ho seguito la conferenza, ero molto concentrato su questa partita, non so cosa ha detto , però insomma... il contratto insomma lo gestiremo. Lo discueteremo, io, lui, il mio procuratore e chi in società avrà questo compito. Però il contratto qual è la tipologia non la so, anche quella vecchia andava bene, è abbastanza semplice, poi è normale che si lotta e si combatta per guadagnare un po’ di più e loro per spendere un po’ di meno, Questo è il calcio, e ogni lavoro funziona così e chi vi dice altre cose vi racconta le favole. Il problema uccide la Roma? Ma io prima vorrei sentire la conferenza e sentire quello che ha detto, perché magari riportare una frase così all’interno di una conferenza credo molto lunga e commentarla potrebbe essere controproducente. Io credo che abbiamo delle fortune importanti in questa squadra, nella mia squadra di club, una dei quali è Francesco, forse la più grande, uno dei giocatori più forti negli ultimi non lo so, da quando sono nato io mi ricordo Baggio e pochi altri del suo livello. Abbiamo anche la fortuna di aver trovato un allenatore in gamba, leale e molto preparato. Abbiamo anche una grossa sfortuna però, non abbiamo ancora iniziato il campionato e già la nostra à è in subbuglio: prima il mercato era disastroso, poi in due giorni siamo la regina del mercato e si creano delle fazioni, chi è per Luis Enrique, chi per , chi per Baldini, chi per , invece vorrei vedere tutti quanti tifosi della Roma,
come ho visto contro lo Slovan. Cinquantamila tutti quanti a fare il tifo e con un unico obiettivo, cercare di spegnere le polemiche non alimentarle per qualche piccolo tornaconto di qualcuno che crea un caso ogni volta. Io finché sono stato lì ho visto, ho visto i compagni di squadra molto tranquilli e sereni, certo arrabbiati per le cose che non andavano benissimo, soprattutto Francesco e i suoi atteggiamenti sono stati quelli degli altri compagni. Poi accettare più volentieri o meno una sostituzione dipende dall’indole di ognuno di noi. Si può sempre migliorare, ma dovessi dire che lui crea problemi dentro lo spogliatoio direi una
bugia». Questa invece è la verità.