La penna degli Altri 20/09/2011 13:06

Ciocchetti (Udc): "La legge sugli stadi è bloccata da troppi interessi"

Presidente ma è vero che lei si è detto contrario ad uno stadio per la Roma?

Assolutamente no. C’è qualche trasmissione radiofonica romana che ha messo in giro questa voce ma è falsa. Diciamo che qualcuno ha voluto usare in maniera strumentale un mio sfogo personale dopo la sconfitta della Roma in coppa Uefa per attaccarmi senza motivo. Tutto qui. Io non sono affatto contrario agli stadi di proprietà, tutt’altro. Ma certo ancora stiamo parlando del nulla. Io non ho visto alcuna proposta né dalla società giallorossa né da quella bianco azzurra.

La famiglia Sensi però nel 2009 presentò un progetto. Ci fu anche una conferenza stampa che vide la partecipazione del sindaco Gianni Alemanno.

Sicuramente è stato presentato a voi giornalisti, non certo agli organi preposti. Nessun progetto è mai stato depositato ufficialmente.  La presenza del sindaco sinceramente non so a cosa sia servita, io dico solo che nessuna proposta seria è stata mai presentata ne posta all’ordine del giorno.

Ma a che punto è la discussione alla Camera della legge sugli stadi? Maroni prima sperava in un via libera prima dell’estate ma qualcosa è andato storto. 

Guardi, per quello che ho capito la legge così com’è  non verrà mai approvata se non in sede legislativa come accaduto al Senato. Ci sono troppi contrasti. Per essere approvata dovrebbe essere mitigata negli aspetti legati ai  vincoli paesaggistici e idrogeologici derogandoli alla Conferenza dei servizi anziché alla Sovrintendenza (così come ora prevede il decreto legislativo  n°42, il codice dell’urbanistica). Questo consentirebbe di accelerare i tempi ma anche di rendere più facile certe scappatoie.  I contrasti ora sono su questo.

Lei parla di contrasti, ma chi sono le parti in causa?

Beh credo siano evidenti. Probabilmente ci sarà qualche presidente che pensa di presentare un progetto che contrasta con vincoli difficili da superare.

Si riferisce al presidente della Lazio? 

Non lo dico io, lo leggo sui giornali. Ripeto nessuna proposta è stata mai avanzata ma so che ci sono dei terreni sulla Tiberina, credo di sua proprietà o della famiglia, sui quali lui avrebbe puntato ma la vedo difficile. Lì ci sono dei cogenti vincoli idrogeologici non superabili. Ma ripeto sono tutte cose di cui ho sentito parlare e di cui non ho diretta conoscenza.

A Torino la si è mossa di anticipo senza aspettare la legge. Il sindaco di Roma recentemente ha invitato le società capitoline a farsi avanti con proposte serie.   

La ha fatto una operazione buonissima. Sulle ceneri del delle Alpi ha creato una struttura da 90mila metri quadrati più altri 34mila destinati ad uso commerciale poi venduti ad un gruppo, credo la Compibel. Un’operazione che ha fruttato 105milioni di euro andati a coprire parte delle spese di costruzione dello stadio. Il resto è stato coperto con un mutuo presso il Credito Sportivo. Insomma una operazione economicamente sostenibile che non ha comportato la costruzione di nuovi mega quartieri e che ha trovato un equilibrio tra le esigenze dello sport e quelle della à. Il problema è tutto qui. Capire se i progetti che verranno presentati hanno queste caratteristiche. Se hanno cioè viabilità su ferro  o su strada, se hanno equilibrio tra interesse sportivo e eventuali attività accessorie.   Nessuno è contrario ma bisogna presentare progetti credibili e soprattutto sostenibili.

Ma se gli stadi di proprietà sono già possibili, a che cosa serve allora una legge?

A poco, se non a velocizzare alcune procedure urbanistiche che in Italia sono troppo lente e macchinose. Ma se qualcuno avesse realmente intenzione di fare uno stadio oggi potrebbe già realizzarlo.

A Roma ci sono zone già disponibili o si dovrebbe intervenire sull’Olimpico come è stato fatto per il vecchio Delle Alpi di Torino? 

No assolutamente, l’Olimpico non si tocca. Al di là del vincolo monumentale che lo rende intoccabile è uno stadio classificato dall’Uefa a cinque stelle, e poi è centrale per il nostro progetto di Roma 2020.  Io credo che uno stadio debba essere costruito fuori dai centri storici, in centralità con altre funzioni, dove ci siano collegamenti su ferro, strade di facile accesso. Il piano regolatore di Roma ad esempio prevede  una serie di centralità con funzioni non solo residenziali  ma con tutta una serie di funzioni. Dei quartieri multifunzionali. Uno stadio per diventare una attività positiva deve poter essere usato non solo il giorno della partite ma tutti i giorni e quindi necessariamente va inserito in aria urbanizzata.

Ne ha in mente qualcuna?

Penso ad esempio a La Storta o alla Romanina, dove non ci sono particolari vincoli.