La penna degli Altri 06/09/2011 10:16
Caro Totti, sei un mito. Non sbagliare anche tu

Sembra proprio che la tua Roma, la nuova Roma dipenda ancora e sempre da te. Alla squadra che ami hai sinora dato tutto: classe, passione, fedeltà. Adesso ti si chiede un ruolo da tutor, per lasciare spazio agli altri. Hai fatto grande la Roma che è stata. Adesso potrai aiutare a diventare grande anche la Roma che sarà.
E' un discorso difficile da far capire a chi ti ama svisceratamente, ma credo che un uomo generoso e intelligente come te possa comprenderlo. Il nostro rapporto, in tutti questi anni, si è consumato a distanza. Da questa rubrica ero solo uno dei tanti che parlavano di te, punto di riferimento costante della squadra e del gioco. E non solo come giocatore, ma come uomo capace di farsi apprezzare per le sue doti e scusare per le sue debolezze. Devo confessare che, man mano che ti si conosceva, abbiamo imparato ad avere stima anche per la tua famiglia, che ha saputo fare di te un ragazzo simpatico, generoso, socialmente impegnato, un padre e un marito affettuoso: tutte doti che hanno concorso a renderti un personaggio molto ammirato e utilizzato come simbolo positivo anche dalla pubblicità. Franco Sensi vide addirittura in te il figlio maschio che aveva sempre desiderato. [...]
E' così che, senza che neppure tu lo volessi, sei entrato nel mito. Ma i miti diventano con il tempo ingombranti per tutti, anche per chi li rappresenta. Oggi però nessuno chiede al 'mito-Totti' di scomparire, ma di continuare piuttosto ad essere un mito come simbolo e come esempio, da giocatore o da capitano non giocatore. E' il sacrificio più grande che si può chiedere a un campione: quello di rinunciare a se stesso, ma non di rinunciare ad un prestigio che continua a riverberarsi da lui sui colori giallorossi. Basta solo che tu ci sia. La Roma di Totti seppe vincere un derby con Totti ai bordi del campo. Anche quella che prenderà forma sarà la Roma di Totti, sia che tu scenda in campo come sostegno per i compagni, sia che tu resti ai bordi come minaccia per gli avversari. [...] A te si chiede invece di restare e di rinunciare ad alcuni momenti del gioco che continua a piacerti per far nascere una squadra con il tuo marchio di fabbrica. Tutti hanno forse sbagliato qualcosa nello scatenare questo stupido conflitto. Tu però non puoi sbagliare. Ogni campione dello sport matura la convinzione di una relativa immortalità. Ma nessun campione ha mai potuto vantarsi di essere considerato indispensabile senza scendere in campo. Tu te ne potrai vantare come il tuo successo più grande, se riuscirai ad accettarlo con la stessa autoironia che ti distingue. I giocatori finiscono, i campioni declinano, i miti si oscurano. Ma le bandiere continuano a sventolare eternamente sull'orizzonte degli ideali sportivi. Caro Francesco, sii ancora e sempre la nostra bandiera!