La penna degli Altri 13/08/2011 11:13

Un, due e tre... C’è da lavorare



A meno di una settimana dalla partita con lo Slovan Bratislava le indicazioni non sono certo confortanti. Poche note positive (una però sì, la conferma delle qualità di Bojan, già in forma e ancora una volta fermato solo dalla traversa) e tanti dubbi. Una difesa che balla terribilmente, un centrocampo che senza e in attesa degli acquisti di non riesce a creare gioco e un attacco a cui di conseguenza arrivano pochi palloni giocabili.

Ogni tanto si scorge appena quello che Luis Enrique avrebbe in mente, ma è ancora una vaga idea, una bozza di squadra e invece tra pochi giorni ci si giocherà già tantissimo contro una squadra già da parecchie settimane in clima campionato. Insomma, dopo il giorno di riposo previsto per oggi, saranno benedette tutte le sedute di allenamento rimanenti, compresa quella di Ferragosto, per provare a farsi trovare quasi pronti per la Coppa. Luis Enrique sceglie di partire con tra i pali e Stekelenburg in panchina. In difesa a destra c’è Rosi, a sinistra Josè Angel e nel mezzo la coppia Burdisso-Heinze. Nel mezzo il ruolo che sarà di (rimasto a casa perché appena rientrato dalla Nazionale) è affidato a Viviani, con ai suoi fianchi Perrotta e Pizarro. In avanti il trio Borriello- -Bojan. E l’inizio della Roma, in una partita ben poco amichevole fin dai primi minuti (ne sa qualcosa preso costantemente di mira), non è neanche male. Al 5’ Bojan prende palla sulla sinistra e mette bene dentro per Borriello, che non riesce a trovare di sinistro un angolo di impatto a dire il vero molto complicato. Al 7’ Perrotta è costretto ad uscire perché infortunato, al suo posto Verre. Ma per un buon quarto d’ora la Roma gioca con una certa costanza nella metà campo avversaria. Niente di eccezionale, ma una discreta circolazione di palla (sempre rigorosamente a terra) e qualche buona iniziativa sulla fascia sinistra di Bojan e di Josè Angel. Al 19’ palla dentro di per Borriello che da posizione defilata viene fermato in angolo da Diego Alves. Un minuto dopo per la Roma si spegne la luce. Ed il primo a perdere la bussola è José Angel, che perde palla e lancia il contropiede del Valencia, tiro non impossibile di Hernandez sul quale si oppone in maniera goffa, la palla lo supera e nel confusione sulla linea Viviani tocca propria porta. Sfortunato in questa circostanza il ragazzo cresciuto nelle giovanili giallorosse, che a dire il vero fatica tantissimo a dare il suo contributo.

La Roma non riesce a produrre gioco, unica eccezione al 34’ con Bojan, che dal fondo dà per , velo per l’accorrente Pizarro (opaca la sua prestazione) che calcia abbondantemente fuori da buona posizione. Un minuto dopo il raddoppio che parte da un calcio d’angolo della Roma sul quale va a colpire Burdisso, ma col Bandito là davanti parte il contropiede 2 contro 2 con Heinze (anche lui non particolarmente brillante) che non va a chiudere sul suo uomo, Soldado, che batte facilmente . Al 43’ Viviani la combina grossa e da ultimo uomo perde palla lanciando due uomini a rete ma stavolta è bravo a respingere su Piatti. Con gli ultimi 30 minuti del primo tempo da dimenticare, Luis Enrique si ripresenta mandando in campo Cicinho al posto di Rosi e Cassetti al posto di Heinze. E si comincia a vedere qualcosina di quello che il tecnico vorrebbe. Al 49’ Verre recupera palla, fa 20 metri e spara il un po’ centrale. Dietro si balla ancora e Piatti salta facile Burdisso ma tira fortunatamente alto. Al 52’ la prima vera azione della Roma, con che dà nello spazio a José Angel, dentro per Bojan che lascia partire un missile che per poco non abbatte la traversa (la seconda dopo quella col Vasas). Poco dopo ancora l’ex da fuori con Diego Alves che riesce a toccare in angolo. La partita tutt’altro che amichevole fin dall’inizio, si fa ancora più cattiva, con che, all’ennesimo colpo subito, accenna una reazione e viene toccato duro. Forse anche per evitare problemi, Luis Enrique fa quattro sostituzioni. Entrano Okaka, Caprari, Antei e Taddei, fuori Borriello, , Burdisso e Josè Angel.

Di fatto la Roma finisce lì, il Valencia no ed è bravissimo Stekelenburg al 70’ a scendere dai suoi 196 centimetri fino a terra in un lampo per farmare il diagonale di Bernat. Nel finale arriva anche la terza rete degli spagnoli con Mathieu che in velocità supera Okaka e mette al centro per Alcacer che chiude il conto. Ora si torna a casa e Luis Enrique dovrà affannarsi a tirare fuori il meglio dalla squadra che ha. Anche se non è ancora completa, anche se non sarà quella definitiva, anche se ha spiegato che ci vorrà pazienza. Il problema è che lo Slovan è dietro l’angolo.