La penna degli Altri 19/08/2011 10:23
Questa non è Roma
Sotto gli occhi di Tom DiBenedetto, la Roma di Luis Enrique, che inizialmente ha optato per una formazione impensabile alla vigilia («Totti e Borriello in panchina? La scelta tecnica per me più giusta, non sono pentito», le parole a fine gara dellasturiano), giochicchia ma spreca nel primo tempo e alla fine riesce addirittura a perdere (1-0) contro il modestissimo Slovan. Poco incisiva in fase offensiva; fragile in quella difensiva: ecco la Roma attuale a una settimana abbondante dallinizio del campionato.
La partita dandata dei play off di Europa League, così, finisce con il trasformarsi in un campanello dallarme che nessuno a Trigoria e dintorni può/deve sottovalutare. La qualificazione non è compromessa (giovedì prossimo il ritorno allOlimpico) ma il neo proprietario DiBenedetto e tutti i tifosi della Roma meritavano e si aspettavano unaltra partenza. Roma in avvio, come detto, assolutamente inedita (Cassetti con la fascia di capitano al braccio) e, per certi versi, incredibile: fuori Totti e Borriello, dentro Okaka (non portato in ritiro a Riscone) e Caprari insieme con Bojan. A centrocampo, assenti De Rossi e Pizarro, più Greco, spazio per Brighi e Fabio Simplicio (anche lui assente in Alto Adige): modulo 4-3-3 con Viviani perno del centrocampo; in attacco Okaka largo a destra, Caprari sullaltra corsia con Bojan nella posizione di punta centrale (ma i tre durante la partita si sono scambiati spesso le posizioni). Cicinho e Josè Angel i due esterni bassi. Una Roma dalletà media (e dalla qualità) molto bassa. E lo Slovan? Un attaccante centrale, Sebo, un rifinitore alle sue spalle, Milinkovic, poi due linee a quattro. Calcio scolastico, estremamente scolastico e, anche in questo caso, con poca qualità. Caprari è stato il primo romanista a cercare di far male agli slovacchi, ma il suo destro dal limite dellarea (8) è stato deviato oltre la traversa da Putnocky. A seguire (20) lo stesso Caprari non è stato preciso nel girare di destro un interessante assist di Cicinho, quindi è stato lui a indossare i panni del rifinitore (30) ma la deviazione da due passi di Okaka sul suggerimento del numero 47 non è stata pericolosa. Roma molto (troppo) compassata, di fatto sempre in possesso della palla ma a ritmi bassi: da una squadra (troppo) improvvisata, forse, non ci si poteva aspettare un impatto con la partita più dinamico e convincente. Determinato a livelli di campionato Burdisso, lì dietro; un po troppo fumoso Bojan, mai realmente protagonista in positivo della sfida, lì davanti. Decisivo proprio Burdisso, con una deviazione sopra la traversa, in apertura di ripresa su tiro a botta quasi sicura di Kladrubsky, primo sussulto dello Slovan. Roma sonnolenta, nella seconda parte di gara: Viviani (scarsamente assistito nel suo compito da Brighi e Simplicio) un po troppo timido nel comandare il gioco, attacco un po troppo evanescente. Fuori Brighi, dentro Perrotta e Roma subito vicinissima al gol (68): assist verticale di Simplico per Caprari che, solo soletto in area slovacca, manda il suo destro in diagonale sul palo alla sinistra di Putnocky. Unoccasione più sprecata che sfortunata. E allora fuori proprio Caprari e dentro Totti. Poi dentro anche Borriello al posto di Okaka: dentro gli attaccanti (per ora) titolari nel finale di partita, in sostanza. Roma quasi titolare ma, paradosso del calcio, Slovan in gol con Dobrotka (80), abile a girare di testa un calcio dangolo dalla sinistra con la difesa della Roma imbambolata e Stekelenburg poco efficace. Il gol della vittoria per i padroni di casa; un successo festeggiato in città fino a tarda notte dato che nessuno, da queste parti, si aspettava tanta grazia. Ma più che i ragazzi di Weiss i tifosi dello Slovan devono ringraziare i giocatori della Roma che davvero poco hanno fatto per onorare la maglia e la fede di quanti sono saliti fino in Slovacchia (numerosi i faccia a faccia prima della partita con la polizia locale).