La penna degli Altri 30/08/2011 10:58

Osvaldo: "Torno per prendermi una rivincita"

Osvaldo rassicura tutti sul suo carattere, secondo qualcuno troppo focoso («ma io non ho mai litigato con nessuno, ho fatto degli errori ma adesso sono maturato») e parla sia del suo ruolo sia del rapporto con Francesco : «Sono convinto che farò bene, avevo voglia di tornare in Italia per avere una rivincita. Voglio far bene e ho scelto la Roma perché è una grande squadra». Osvaldo ha assicurato di sentirsi un attaccante centrale, nonostante Zeman a Lecce lo preferisse laterale, e di poter giocare anche insieme «Al centro dell’attacco c’è ? Possiamo giocare anche insieme, dovete chiedere al tecnico. Io ho voglia di giocare, sono venuto qui per questo. In Spagna mi sono trovato bene fin dall’inizio e sono cresciuto. Io gioco come punta centrale anche se è vero che Zeman mi utilizzava come esterno. Spero di giocare insieme a Francesco: quando non ero ancora professionista lo vedevo in campo e mi piaceva moltissimo. Lui è un fuoriclasse, con gli altri attaccanti penso di potermela giocare»

Osvaldo è stato da molti accostato a Gabriel Omar Batistuta per il gesto della mitraglia fatto dopo i suoi gol, proprio come faceva un tempo il bomber del terzo scudetto. «Se mi rifaccio a Batistuta? E’ stato sempre il mio idolo, non so se gli somiglio, spero di fare almeno la metà di quello che ha fatto lui. Qui ha fatto benissimo». E poi spiega i motivi che l’hanno visto non decollare in Serie A. «A Firenze entravo gli ultimi dieci minuti, se mi avessero dato più continuità avrei fatto meglio. Il problema è che giocavo poco. Il problema è avere continuità, cosa che ho avuto in Spagna dove sono riuscito a giocare bene». Promesse particolari? «Spero mi ricordino per aver fatto più di venti gol. Maglia azzurra? Non ci penso, queste cose arrivano da sole se devono arrivare. Penso solo a fare bene qui a Roma».

Osvaldo vestirà la maglia numero 9 che Vucinic ha lasciato libera per andare alla : «Mi piace il numero 9. Mirko è andato via, era libero e l’ho scelto. Non c’è niente di speciale, il numero della maglia conta poco. Conta quello che farò dentro al campo»

In questi anni in Spagna hai fatto il salto di qualità. Siamo noi in Italia che non ti avevamo capito o sei esploso lì?

 Sono vere entrambe le cose. Ho trovato la continuità che in Italia non avevo, tranne al Lecce, e un allenatore che ha creduto in me. Mi sono trovato bene dall’inizio ed anche io personalmente sono cresciuto abbastanza rispetto a quando ero qui.

 Zeman dice che puoi giocare sia punta che esterno. Dove ti trovi meglio? 

Io gioco come punta centrale, è vero che Zeman mi utilizzava come esterno, ma mi sento più una punta centrale. 

Si parla molto del tuo costo, visti anche i tempi. E’ un peso per te? No, mi avete anche pagato poco! (ride, ndr) Non mi piace parlare molto, io parlo sul campo e avrete tempo di giudicarmi voi stessi. Sono convinto che farò bene, avevo voglia di tornare in Italia anche per questo: avevate le idee sbagliate su di me e avevo voglia di rivincita. 

Appena arrivato hai parlato di . Quando lo hai visto sostituito che hai pensato? 

Sono scelte dell’allenatore che non mi riguardano. Se devo dire qualcosa su Francesco è vero che per me sarebbe un onore giocare con lui: lo vedevo quando non ero nemmeno professionista e mi piaceva tanto, per me è un onore condividere lo spogliatoio con lui e spero di condividerci anche il campo. 

Hai parlato con Luis Enrique?

Poco sinceramente, non abbiamo ancora parlato di cosa vuole da me in campo. Ci sarà tempo in queste settimane prima che inizi il campionato. 

Cosa hai provato dopo l’eliminazione dall’Europa League? 

Mi è dispiaciuta l’eliminazione, ero già un giocatore della Roma in quel momento. L’anno è lungo, abbiamo il campionato e secondo me con questa squadra faremo cose importanti. 

A Roma è a fare la punta centrale. C’è un problema, piacevole, di concorrenza? 

Possiamo giocare anche insieme. 

Chi si sposta? 

Questo va chiesto all’allenatore. Io ho voglia di giocare, sono venuto qui per giocare. Capisco che ho dei compagni che hanno qualità importanti, quindi è bello avere una squadra così, dove possono giocare tutti. Poi non lo so, sarà l’allenatore a decidere chi dovrà giocare, non sarà sicuramente un problema. Se fossi l’allenatore sarei contento dell’abbondanza. Francesco è un fuoriclasse, ma con gli altri siamo più o meno tutti uguali.

 In Spagna tanti gol, in Italia meno: che differenze ci sono? A Firenze entravo gli ultimi dieci minuti, lì è dura fare gol. Magari con più continuità avrei fatto meglio. Anche a all’inizio giocavo, poi non ho avuto tanta continuità. Il problema era che giocato poco: è chiaro che se giochi una partita si e quattro no è difficile fare gol. In Spagna ho trovato la fiducia dell’allenatore, la continuità e sono riuscito a fare bene. 

Si può dire che ti rifai a Batistuta? Bati è stato sempre il mio idolo, non lo so se gli somiglio o no. Spero di fare almeno la metà di quel che ha fatto lui, visto che anche qui ha fatto benissimo. 

A Firenze sei ricordato per la rovesciata contro la e il gol al Torino della . Ti senti di promettere gol particolari anche qui? 

No, spero che i tifosi della Roma mi ricorderanno per avere fatto più di venti gol all’anno e non solo per due! (ride, ndr) 

Vuoi riconquistare la maglia azzurra? 

Non ci penso, ora penso alla Roma, poi queste cose arrivano da sole se devono arrivare. Penso solo a fare bene in Italia con la maglia della Roma.

 Avevi parlato con De La Pena? 

Sì avevo parlato con lui, è un mio grande amico e parliamo ancora. Gli avevo detto che volevo venire alla Roma, però non avevamo parlato di questioni tattiche. Lui mi aveva detto che gli faceva piacere avermi qui e io gli avevo detto che avevo piacere di venire. Mi spiace non trovarlo, ma spero che torni. 

Dopo , , Espanyol, la Roma può essere la svolta della tua carriera? 

Spero di sì, ho molta fiducia in me e so che posso fare bene, ma sarà il campo a parlare. Sicuramente sono venuto per riuscire a fare bene in Italia e ho scelto la Roma perché è una grande squadra. 

Cosa manca alla Roma per vincere? Il tuo apporto sarà incisivo? 

Cosa le manca non lo so. Contro lo Slovan Bratislava ho visto che la Roma ha giocato bene e ha avuto un po’ di sfortuna, magari non era nemmeno facile perché loro stavano tut-ti indietro e non c’erano spazi. Poi sul contropiede hanno fatto gol. Spero che il mio apporto sarà decisivo, spero di fare bene e trovarmi a mio agio dall’inizio, per potere aiutare la squadra a ottenere risultati. 

DiBenedetto dice che uscire dall’Europa League vi permetterà di allenarvi meglio, sei d’accordo? 

Sicuramente dispiace a tutti, uscire non è mai un vantaggio, ma ormai è successo e dobbiamo guardare avanti.

C’è il campionato e credo che potremo fare cose importanti. De La Pena è stato decisivo per il tuo arrivo qui? Senti la pressione di una piazza importante come quella giallorossa? 

Lo so che è una grande squadra, con attaccanti importanti e so anche che non è né Firenze né l’Espanyol, e che più grande è la squadra più grande è la responsabilità. A me piace questa cosa, amo entrare in campo e sentire la pressione della gente, cosa che un po’ in Spagna mi stava mancando: non è la stessa cosa giocare per non retrocedere e per questo ho scelto una squadra così importante. Sono contento che la Roma abbia avuto fiducia in me. 

Hai fatto tesoro dell’esperienza fatta in Italia? Cosa non rifaresti? 

Sotto il profilo caratteriale non ho mai avuto problemi con nessuno, forse anche la stampa ha un po’ esagerato: potete parlare con tutti i miei compagni, non ho mai avuto problemi con nessuno. Ho un carattere forte e mi piace vincere, questo è vero, ma sono un bravo ragazzo, non mi piace litigare (ride). Avete un po’ le idee sbagliate su di me. 

Hai parlato del Lecce come la migliore esperienza in Italia. Anche lì giocavi nel , è il modulo che preferisci? Potresti giocare come esterno? 

Ho detto che al Lecce ho avuto continuità, anche a Firenze mi sono trovato bene anche giocando poco. A un po’ meno. Io posso adattarmi a qualunque situazione, sono un professionista. Queste cose poi le vedrà il mister, deciderà lui dove mi vedrà meglio. Se chiedi a me a me piace fare il centravanti, ma posso adattarmi ad ogni situazione.

Ti sei fatto un’idea del progetto della Roma? Servirà pazienza con tutti questi giovani? Sicuramente in tutti i progetti all’inizio serve pazienza e serve tempo, ma questo non vuol dire che non si possa vincere subito. Sarà più difficile, ci dobbiamo conoscere e ci vorrà tempo per lavorare, ma non credo che questo voglia dire che dobbiamo perdere tutte le partite, visto che siamo giovani. Quando c’è un progetto nuovo c’è la voglia di fare bene e questo può essere un vantaggio.

Speriamo di fare bene fin dall’inizio. Ci sono sempre stati dubbi sul tuo carattere: a 25 anni compiuti, ti senti di avere fatto un salto di qualità dal punto di vista della maturità? 

Sicuramente sì, è vero uno quando è giovane fa degli errori. Penso che sono cresciuto soprattutto come persona, caratterialmente. Poi dopo quando hai continuità cresci dentro al campo. Mi sento più maturo e questo è l’importante. 

La maglia numero 9 cosa rappresenta? 

Niente mi piace il numero 9. Mirko è andato via, era libero e l’ho scelto. Non c’è niente di speciale, il numero della maglia conta poco. Conta quello che farò dentro al campo.