La penna degli Altri 18/07/2011 10:01
Vi presento la mia Roma

Oltre a Taddei in versione positiva da terzino, Caprari (per lui un gol all'attivo) e Antei sono gli unici ad aver giocato novanta minuti, nella ripresa spazio a Viviani, Verre (anche loro a segno) e Crescenzi, Bertolacci non ha giocato solo perché infortunato. Mercoledì arriva Josè Angel, presto Bojan, più in là Lamela e chissà quanti altri giovani: la Roma guarda al futuro. Intanto anche i «vecchietti» sembrano aver assimilato le prime lezioni Luis Enrique. L'azione del primo gol racchiude tutto quello che vuole il tecnico: scambio stretto Totti-Pizarro, apertura per il redivivo Cicinho, dribbling e cross rasoterra, gol del capitano. Come nei due anni precedenti, è sempre Totti ad aprire la stagione del gol a Riscone, con in più un fisico già tirato a lucido. Borriello parte alla sua destra ma da lì vede benissimo la porta e infatti segna una tripletta: il primo in rovesciata. «Marco spostato di ruolo? No - replica l'allenatore - ha giocato in attacco e ci metterei la firma perché ripetesse sempre questa prestazione. Le posizioni in campo non sono fisse, l'importante è che la squadra giochi sempre un calcio armonioso».
Le caratteristiche del 4-3-3 di Luis Enrique sono subito evidenti: terzini molto alti e il «volante» De Rossi schiacciato all'indietro sui centrali difensivi. Passaggi corti, sempre rasoterra, finché il ritmo resta alto sembra di assistere a una partita di calcetto. Con De Rossi padrone delle operazioni a centrocampo. «Per me - dice il tecnico - lui è indispensabile. Lo conoscevo come giocatore, ora sto scoprendo la persona: è un ragazzo incredibile, un campione del mondo che si comporta come un Primavera». Guai a venderlo, quindi. La partita di ieri conferma invece quanto siano fuori contesto Vucinic e Menez. Luis Enrique preferisce non infierire, «mi stanno piacendo e ho un buon rapporto con loro», ed è tenero anche con Rosi dopo il rigore finale buttato via con un inutile «cucchiaio». «Ci ho parlato e si è scusato, l'importante è rispettare sempre l'avversario. Comunque il rigorista lo deciderò io: Totti li tira bene».
Con i tifosi sembra amore a prima vista: ieri hanno dedicato il primo striscione in spagnolo al tecnico, con scritto «Trabajo e sudor», lavoro e sudore. Lui lo legge e insieme all'autografo aggiunge: «.... e buon calcio». «Mai visto gente tanto attaccata alla squadra - racconta - sono esigenti ma è giusto perché la Roma è una grande squadra. Noi dobbiamo conquistare la loro fiducia e renderli orgogliosi. La frase che mi stanno dicendo più spesso è: "falli corre!". E io aggiungo: devono giocare bene a calcio. Ci vorrà tempo, siamo come un bambino attaccato al biberon». La creatura cresce bene.