La penna degli Altri 19/07/2011 11:39

Una Roma diversa ma che sia vincente



Questo aneddoto può servire come introdu­zione alla rivoluzione annunciata da Luis En­rique, che è molto più complessa e difficile da realizzare, perché ri­guarda una formula di gioco offensiva. Il cal­cio - sostiene lo spagno­lo - è un gioco e i giochi devono saper divertire. Siamo d'accordo. Ma questo è un brutto mo­mento per i profeti del calcio offensivo. Un vento di apocalisse ha cancellato dalla Coppa America le due squadre favorite, nonostante avessero dominato la scena con il loro gioco­champagne. Il calcio è un goco che rifiuta gli atteggiamenti aristo­cratici. (...). Oggi ne abbiamo avuto la conferma. Per quanto poi riguarda la Roma, ogni riferimento al , dalla cui scuola Luis Enrique proviene, sarebbe gra­tuito ed ingiusto. La squadra di Guardiola è un punto di arrivo. La nuova Roma comincia adesso la sua avventu­ra e anche se tutte le attese più ottimistiche venissero esaudite, sa­rebbe una squadra di­versa perché gestita da giocatori diversi. Certo l'idea di una Roma che gioca ogni partita con la lancia in resta è bel­la ed affascinante. Se­duce anche un vecchio cinico come il sotto­scritto.



Piace anche il program­ma di una Roma nuo­va e puli­ta, esposto da Baldi­ni. Ma lui sa che i program­mi si realizzano meglio se arrivano i risultati. Il suo non sa­rà un viaggio pericolo­so. (...). Ci piace un presidente bene inten­zionato. Ci piace un al­lenatore rampante, ma al momento di giocato­ri capaci di promettere una grande Roma, oltre quelli che già fanno parte della rosa, non se ne vedono molti. Siamo ancora alle nozze coi fi­chi secchi. Bisogna avere fiducia. Bisogna avere speranza. Ma l'ambiente ha già con­sumato l'intero serbato­io di fiducia e di spe­ranza e ormai siamo in riserva.



A sentir parlare della Roma nello slang di Boston e in perfetto ca­stigliano ci è parso poi d'essere tornati all'in­fanzia quando andava di moda la canzone che diceva: “ Oggi Roma mia / senza nostalgia / segui la modernità! / Fai la riformista / met­ti il nuovo in pista / di­ci okey, thank you, ja, ja”. E' vero è ora di sprovincializzarsi co­me dice Baldini. Ci avevamo già provato
 nel 1946.