La penna degli Altri 22/07/2011 10:24

«Perché, che è successo?»

DiBenedetto arriva lunedì per chiudere e zittire tutti. Perché, che è successo? A fine serata magari qualche giocatore se l’è chiesto, nel pomeriggio quando sono rimbalzate le preoccupazioni per la chiusura del deal (si dice così no?) i calciatori erano in libera uscita, qualcuno in bicicletta (come Curci che ha avuto un mezzo chiarimento coi tifosi), chi ha giocato a tennis (Borriello), chi s’è fatto una passeggiata a Brunico (tanti), chi è rimasto in albergo. Ufficialmente la squadra è serena.

Fortunatamente devono pensare soltanto a giocare a pallone, fortunatamente hanno un uomo che li sta allenando, fortunatamente c’è la gente di Roma – che è scema per la Roma, che è folle per questa squadra che è un sentimento, che esce di casa pure per andarsi a vedere la partita fra Luis Enrique e De La Pena contro Spartà e Lo Monaco (i migliori della squadra anti staff) - fortunatamente c’è ancora il tempo per rispondere a una domanda: che è successo? La situazione è kafkiana. Si fanno i girotondi, si gioca ad acchiapparella, a biliardino, mentre Heinze si fa le visite mediche al Gemelli, Tommasi abbraccia i suoi vecchi compagni proprio nel giorno in cui 7 anni fa il suo destino chiamato Taggart gli ruppe una gamba,

 Bojan è preso da un mese eppure diventa ufficiale tra trequarti d’ora. Eppure tutto questo fino a prova contraria è un progetto, e un grande progetto visto quello che si sta producendo qui: lavoro. Lavoro=valore. Serietà= Roma. Sulla Roma non si scherza e nessuno deve scherzarci sopra. I calciatori non lo stanno facendo. I giocatori stanno lavorando. I giocatori hanno accettato di diventare “bambini” per riscoprire quel senso di meraviglia che Luis Enrique ha insegnato loro: è con quello sguardo che si vede la vittoria. Non si devono deludere i bambini.

Persino Mirko Vucinic è entusiasta. Sì, Vucinic è entusiasta di Luis Enrique. , se è possibile s’è rasserenato (perché era successo qualcosa?). s’abbraccia Cosmi, i tifosi, prende quasi appunti quando parla Luis Enrique, prende a calci Greco, aiuta a far capire a José Angel dove si trova (già, dove?) e non ha nessuna intenzione di andare al o sulla luna. Adesso no, ma se non si risolvesse tutto un giorno potrebbe addirittura diventare una necessità. Il primo ad andarsene, lui che sarebbe l’ultimo a restare.

Ma lunedì DiBenedetto arriva per chiudere tutto. Ma cos’è che si deve risolvere? Che è successo? Questo è il tempo delle risposte. Oggi che è un grande giorno. Stamattina è atteso . L’amministratore delegato Claudio ha annunciato direttamente qui a Riscone il suo arrivo insieme a Heinze. Vengono qui per parlare alla squadra, non solo a , a di Baldini e . Vengono qui perché nessun nuovo dirigente finora è stato qui. Vengono qui, si fanno uomini fra noi, incarnano il verbo di DiBenedetto e lo fanno proprio nel momento in cui c’è chi sta cercando di declinarlo male. Vengono a dire quello che non vedono l’ora di dire, e che a un certo punto da ieri sera è sembrato più difficile dire. Vengono qui perché oggi è un grande giorno: il 22 luglio è nata la Roma. E allora, presto, quando qualcuno gli chiederà che è successo, loro potranno rispondergli: niente, tutto risolto. E’ rinata la Roma.