La penna degli Altri 27/07/2011 10:35
Luis Enrique: "Non ho la bacchetta magica"
Il tattico Moreno segue la partita in sala vip. Ha un computer davanti. Registra. Memorizza per il futuro. Si impara sbagliando e mai come adesso la Roma ha bisogno di sbagliare. Forse. Lintesa tra Luis e i giocatori cè, quella tra i giocatori ancora no. Quando deve comunicare, Lucho chiama a sé il principe degli interpreti. Il più italiano degli spagnoli. Lamico e assistente De la Peña. Ci pensa Ivan a tradurre. La traduzione è ok, lesecuzione degli ordini un po meno. La Roma col Psg annaspa, vacilla, cade, tracolla. Alle radio, il tecnico asturiano spiega così lo 0-3: «Abbiamo assistito allo stesso film delle prime partite solo con squadre più rodate. Abbiamo subìto un gol su azione da calcio dangolo. Per un quarto dora ho visto una buona squadra. Stiamo lavorando sulla posizione in campo degli uomini. Due gol sono nati da un problema di posizionamento».
I problemi? Per Lucho, erano ampiamente previsti. «Nulla - dice - che non mi sarei aspettato. Va tutto nella norma. Stiamo lavorando a un nuovo progetto, per fortuna non abbiamo infortuni da segnalare». Un problema vero cè, però: «È difficile tracciare un bilancio definitivo. Abbiamo tanti giocatori assenti. Non sono preoccupato, una squadra non si costruisce in dieci giorni, non cè riuscito nessuno e non lo farò io. Non ho la bacchetta magica, conosco solo una ricetta. Quella del lavoro». È uno tosto, Luis Enrique. Sbaglia chi pensa che uno 0-3 in precampionato possa ridimensionarne il progetto. Chi lo conosce bene, ha già interpretato quelle zoomate con cui ogni tanto la tv provava a scrutarne gli umori. Con chi non ha rispettato le consegne, farà i conti più tardi. In privato. Da soli. La Roma è un cantiere, è evidente. Date tempo a Gaudì di terminare il capolavoro.