La penna degli Altri 20/07/2011 10:04

La revolución di Luis Enrique

È un’esibizione, ma chi ci sta a sfigurare con Lucho? Perché ormai lo chiamano tutti coì, È già diventato il loro migliore amico. E lui, il mister venuto dalle Asturie per fare la revolución, non ha alcuna intenzione di perdere, nemmeno a biliardino. E invece, stavolta, gli tocca: 2-1 per i tifosi. Mamme con bambini, mariti sognanti, ragazze adoranti, magliette, sciarpe, autografi, incitamenti. Ma non sono loro che caricano Luis Enrique, è il contrario: «Sosteneteci — gli dice in un italiano già comprensibile —, state vicino ai giocatori, anche nelle difficoltà. Amo il grande calore del tifo romanista. Abbiamo bisogno di voi» .

È già il delirio, ma l’apice si raggiunge quando Lucho prende il microfono e fa l’annuncio che tutti vogliono sentire. «Insieme faremo grandi cose» . Correndo correndo C’è anche Antonio Llorente, per tutti già Tonino, che assiste encantado. Ma il vero motivatore di questa gente ansiosa di pace e vittorie, gol e armonia, è Luis Enrique, che si è abbattuto su questa Roma come una libecciata di fine agosto: è il vento caldo che arriva eccezionalmente dalle Asturie e porta passione violenta, che ti prende, ti stordisce e ti conquista.

È lui, solo lui che adesso consente a questa gente di guardare avanti senza deprimersi. «Mister, facce vince» . «Mister, facce divertì» . «Mister, facce sognà» . Lui, Luis, annuisce, sorride, abbraccia, firma, si ferma e riparte. Perché c’è un altro allenamento da dirigere, perché d’accordo il bel calcio, ma innanzitutto trabajo y sudor. Come gli dice l’ultimo, prima di vederlo schizzare via. «A mister, falli corre» . Intanto, corre lui e fa vedere che è ancora un calciatore vero: ieri ha preso il posto di Perrotta (lievemente infortunato) durante la partitella. E che numeri in campo!