La penna degli Altri 22/06/2011 11:21
Stadio di polizia
Ora si mette persino in discussione la libertà di movimento dei cittadini, sancita dalla costituzione. E non basta, perché anche le altre misure prese per combattere la violenza negli stadi come il Daspo (il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive) sono incompatibili con uno stato di diritto. Il Daspo, infatti, viene emesso dal questore, sulla base del "sospetto" di pericolosità sociale e non deve essere ratificato da un giudice (come invece avviene in Inghilterra).Per non parlare della misura che impone che gli striscioni dentro gli stadi devono essere preventivamente autorizzati dalla polizia. In sostanza gli stadi sono diventati territori "extracostituzionali", dove non vige più lo stato di diritto, ma un vero e proprio stato di polizia. Intanto, si costringe il tifoso a dichiararsi "non ultras" accettando la tessera, poi si appiccica automaticamente allultras la qualifica di individuo violento e pericoloso in base a sospetti e non a prove dimostrate davanti a un giudice. Infine, si interviene sulla libertà di espressione del pensiero. In un paese democratico, quale noi siamo, se uno compie un reato, allo stadio e ovunque, lo si individua e, se la sua responsabilità viene provata davanti a un tribunale, lo si condanna con le pene previste dalle leggi; se uno esibisce in uno stadio un striscione razzista lo si blocca e lo si denuncia, non si fa lo screening preventivo, affidando allautorità di polizia il compito di decidere cosa è lecito e cosa no.
In uno stato democratico non si limita la libertà dei cittadini di muoversi su tutto il territorio nazionale e di partecipare a ogni tipo di manifestazione, senza bisogno di alcuna tessera. Vorrei per un momento prescindere dal fatto se la tessera del tifoso abbia o no fatto diminuire laffluenza negli stadi (il ministro dice di no, noi documentiamo che invece, almeno per quanto riguarda la Roma sono diminuiti) e persino se sia suo merito la diminuzione degli episodi di violenza, perché in gioco ci sono fondamentali diritti di libertà delle persone. Non ho mai accettato, neppure negli anni del terrrorismo, lidea che la violenza si combatta riducendo i diritti di libertà. Allora ti accusavano di fiancheggiare il terrorismo, oggi di difendere i violenti. E vero esattamente il contrario: quante simpatie al terrorismo porta una repressione indiscriminata che colpisce anche chi terrorista non è? Quanta simpatia per la violenza fa crescere uno stato che equipara un ragazzino che ha acceso un fumogeno a uno che va allo stadio solo per scontrarsi con la polizia? Io voglio la Costituzione ovunque, dunque anche dentro gli stadi. La libertà e la responsabilità sono la migliore educazione contro la violenza, che io voglio combattere molto più del ministro Maroni. Diritti, ma anche doveri, a cominciare dal dovere di non praticare la violenza e di non commettere reati. Chi sgarra deve pagare, ma non si può accettare lidea che esistono categorie (gli ultras e poi magari anche gli immigrati clandestini, i rom, etc ) che non hanno diritti. La libertà è indivisibile, se la neghi a uno oggi, domani potrai negarla a tutti. Mi domando dove siano, a destra, a sinistra, al centro, i liberali alle vongole, i garantisti a giorni alterni, i difensori dello stato di diritto solo quando questo serve a proteggere i potenti.