La penna degli Altri 26/06/2011 10:43
«Se Vucinic vuole andar via cediamolo»

Core de Roma Il soprannome dice tutto, così come il curriculum: per Giacomo Losi, dopo la Roma, il nulla. «Se Vucinic non vuole restare, è meglio che se ne vada. Obbligarlo a stare qui sarebbe controproducente. Perdiamo (parla in prima persona, ndr), un giocatore forte e di talento, ma non credo allalibi del rapporto con la gente: avrà altre mete, altre offerte. Mi sembra esagerato che si parli di una città che non lo ama: a Roma, quando fai bene, sei un re» . Losi lo era, Vucinic al massimo un perenne erede al trono. «La verità è che Mirko ha un carattere particolare, tipico dei giocatori slavi aggiunge -Un po lunatico, ingestibile, sempre alla ricerca di coccole, quasi mai disposto a ricevere critiche. In alcune partite è stato decisivo, ma non sempre si è rivelato tale. Se un giocatore decidesse di andare via ogni volta che il pubblico fischia, Totti giocherebbe da solo» .
Principe Altro soprannome emblematico, quello di Giuseppe Giannini: «Tecnicamente, Vucinic non si discute. Ma se vuole andarsene, bisogna lasciargli cambiare aria, e lo dico per esperienza: quando ho forzato a un giocatore a rimanere, è entrato in campo demotivato, moscio. Mirko ha bisogno di stimoli, evidentemente qui non li trova più. Si sente sempre in discussione e preferisce trovare nuove motivazioni altrove» . Almeno la Roma può fare cassa: «Anche per questo, la nuova società ci penserà bene. Ma dopo tanti anni, si deve voltare pagina: un discorso che non vale solo per le bandiere» .
Terra di mezzo Marco Delvecchio se ne sta lì, seduto al centro del Parlamento: «Vucinic non si discute sottolinea -. Personalmente ci punterei tanto, anche se nellultimo anno è stato discontinuo: se avesse le motivazioni per farlo, un giocatore del suo valore dovrebbe riscattarsi in campo e portare la critica dalla sua parte, ma lui ne ha voglia?» . Bella domanda.
Questione di cuore E poi ci sono i sentimenti. Antonello Venditti è un romantico: ha trasformato un amore in musica, e non cè da stupirsi se il cuore venga prima di tutto il resto: «Mirko è un mio amico, so quanto è sensibile. E un grande talento, e i talenti bisogna cercare di tenerli, in un modo o nellaltro. Non è un problema della Roma, ma suo, che non si sente sufficientemente amato. Dipendesse da me, lo terrei a occhi chiusi, ma ora tocca a lui innamorarsi di nuovo di questo tifo, di questi colori e di questo progetto. Speriamo che la fiducia dimostratagli da Sabatini serva a fargli cambiare idea» . Basterà?