La penna degli Altri 11/06/2011 11:15

Lo spagnolo controllerà Primavera e Allievi

Molto probabile che la prima decisione sarà quella di aggregare diversi elementi in prima squadra in occasione del ritiro precampionato a Riscone di Brunico: tra i papabili gli attaccanti Gianluca Caprari (classe ’ 93) e Mattia Montini (’ 92), i centrocampisti Alessandro (’ 91) e Federico Viviani (’ 92), il difensore Luca Antei (’ 92). Il modello, nemmeno a dirlo, è quello del dove tutte le squadre giocano con lo stesso modulo per facilitare il passaggio dei giovani in prima squadra. Un passaggio cruciale per la carriera di un calciatore, quasi mai indolore per molti giovani che non riescono a confermare le aspettative. Eppure dal punto di vista dei risultati, per il settore giovanile giallorosso è stata una grande stagione: la Primavera domani sera a Pistoia (ore 20.30) si giocherà il titolo tricolore contro il Varese (dopo essere arrivata in finale in Coppa Italia, poi persa contro la ), mentre gli Allievi e i Giovanissimi Nazionali cominciano oggi – affronteranno rispettivamente Sampdoria e – le finali scudetto. Risultati che, secondo , rischiano di rimanere fini a se stessi se non ci sarà poi il passaggio dei giovani dalla Primavera alla Serie A. Gli esordi tra i grandi di Caprari e in questa stagione e quelli di Scardina e Pettinari nella scorsa, in questo senso, non possono bastare perché l’idea è quella di trasferire in pianta stabile i giovani in prima squadra. «Il lavoro della Roma – ha proseguito -è stato sempre straordinario e lo dimostra la finale della Primavera, ma la "cantera"del riesce a produrre giocatori per la prima squadra, cosa che è riuscita un po’ meno alla Roma» .

Il modello era stato già preso ad esempio quando a Trigoria arrivò Cesare Prandelli, che impose il suo a tutte le formazioni del settore giovanile ma che non riuscì a portare a termine il progetto perché fu costretto a lasciare la panchina giallorossa. Poi si è tornati ad una «gestione separata» , fino a ieri. Per non è una vera e propria novità, perché lo stesso metodo di lavoro lo aveva già utilizzato alla Lazio, quando racchiuse sotto la sua supervisione proprio Primavera e Allievi Nazionali. I migliori frutti della sua esperienza laziale furono De Silvestri, Macheda e Faraoni, difensore finito all’Inter. Quelli giallorossi si cominceranno a vedere tra qualche tempo, ma la rivoluzione è già partita.