La penna degli Altri 14/06/2011 11:56
Florenzi: «Che paura, meno male che poi ci ha pensato Mattia...»

compagno di battaglia di una stagione a centrocampo. Colpa dellantidoping, che ha costretto i due registi a rimandare la festa di quasi unora, mentre negli spogliatoi del Melani succedeva di tutto, fra gavettoni, cori e acqua buttata addosso indistintamente a chiunque si trovasse a passare di lì. E pensare che in una notte come questa, Alessandro Florenzi, ventanni compiuti a marzo, gli ultimi sei dei quali passati nelle giovanili della Roma, a un certo punto ha rischiato di piangere, e non di gioia: «Quando il Varese ha segnato il 2- 1 a dieci minuti dalla fine mi sono venute le lacrime agli occhi - ha ammesso a fine partita -. Non era giusto che finisse così e per me personalmente non sarebbe stata nemmeno la prima delusione con la Roma. Meno male che cha pensato Mattia...».
Sentiva la partita, il capitano, chiamato a chiudere la sua esperienza in Primavera con una finale scudetto: «Chiudo in bellezza, no? - diceva dopo aver battuto il Genoa -. Speriamo solo sia bello pure il finale». E un finale più bello di questo, il ragazzo di Vitinia cresciuto a pane e pallone non avrebbe davvero saputo immaginarlo. O forse sì, se quel suo diagonale di destro al quarto dora del primo tempo non avesse colpito il palo lontano: «Non me ce fa pensa...», dice sbarrando gli occhi.
Un gol nella finale scudetto avrebbe coronato una stagione giocata su livelli altissimi, culminata nellesordio in serie A allultima di campionato dando il cambio a Francesco Totti. Dal Capitano al capitano, appunto. Contro il Varese Florenzi si è battuto come sempre, gli avversari (il brasiliano Wagner e il nazionale Under 18 Barberis) non erano clienti facili, è uscito stremato tre minuti prima che Montini siglasse il 2-2, poi ha sofferto a bordo campo per tutti i supplementari. «Ho avuto paura che finisse male. Io ero lunico a non aver mai vinto lo scudetto e lo volevo troppo. Devo ringraziare i miei compagni, sono stati fantastici. Non mi stancherò mai di ripeterlo: questo è un gruppo eccezionale, abbiamo superato mille difficoltà rimanendo uniti e alla fine questo ha fatto la differenza. Ci meritiamo questo scudetto». Mentre parla, alle sue spalle fanno irruzione Viviani e Ciciretti, armati di bottiglie dacqua e pronti ad assalirlo: «Eccoli qua... - ride il capitano -. Una stagione perfetta. Una dedica? Alla mia famiglia: a quelli che erano qui a vedermi e anche a una persona che non cè più e che mi protegge da lassù». Chi sia lo dice la maglietta che indossa sempre sotto la divisa di gioco: "nonna sempre nel mio cuore". Un cuore grande, quello di Florenzi, che in una notte così sembra quasi possa scoppiare di felicità.