La penna degli Altri 12/05/2011 11:49

Un pari che non serve a niente

Diverso, forse, potrebbe essere l’allenatore: a Montella si chiedeva la grande impresa e lui, per tentare di farcela, ha anche cambiato modulo alla sua Roma. Per la prima volta da quando la allena, rinuncia al e ridisegna la squadra col rombo a centrocampo. Prima della partita San Siro si inchina a Javier Zanetti, premiato per le mille partite ufficiali con la maglia dell’Inter. Applausi per lui, cori contro Gattuso e poi via: la Curva Nord dell’Inter canta, i circa 200 romanisti sistemati nel terzo anello (la piccionaia) provano come possono a farsi sentire, e a spingere la Roma verso una finale che sembra impossibile. La Roma si affaccia dalle parti di Julio Cesar al 13’, ma , da buona posizione, manda alto sopra la traversa. Daniele ci riprova qualche minuto più tardi, ma anche stavolta il suo termina fuori di un soffio. A metà del primo tempo ancora Daniele è costretto a ricorrere alle cure del medico per un colpo ricevuto al costato: Greco si alza per scaldarsi, di uscire non ne vuole sapere. Il pallino del gioco è in mano all’Inter, la Roma si difende ordinatamente, ma non riesce a pungere: Ménez, in particolare, si fa soffiare viail pallone come niente prima da Nagatomo e poi da Mariga e, come se non bastasse, si prende anche i rimproveri di Borriello per un mancato taglio al centro una delle rare volte che la Roma si era trovata dalle parti di Julio Cesar. Durante l’intervallo Greco si scalda con Bertelli, poi riceve le ultime indicazioni da Andreazzoli e, ad inizio ripresa, entra al posto di Pizarro.

Un po’ a sorpresa, visto che l’indiziato numero 1 a lasciare il campo sembrava . E invece Daniele resiste, per provare, lui che era stato tra i migliori nel primo tempo, a dare alla squadra la scossa necessaria per ribaltare il risultato. All’11 Montella gioca la carta Vucinic (fuori Simplicio) per provare ad aprire la difesa nerazzurra. Due minuti più tardi Eto’o, solo solo in area, batte Doni, ridando voce al pubblico interista, che vede la finale a un passo. L’Inter, a questo punto, gioca sul velluto e Doni è bravo a dire di no a Pazzini che si era liberato di Juan e Riise. Poco dopo la Roma dà un segno di vita con Borriello, ma il tiro da distanza ravvicinata del’ex milanista viene bloccato da Julio Cesar. Doni non è da meno: Ménez perde – ancora – palla a centrocampo, Zanetti la recupera e serve in profondità Milito, il cui è respinto, di piede, da Doni. San Siro spinge i nerazzurri al secondo gol, la Roma cerca quello che riaprirebbe il discorso qualificazione: Vucinic, fino a quel momento non pervenuto, serve in mezzo ma Nagatomo toglie il pallone dai piedi Borriello. Montella cambia ancora: fuori Ménez, dentro Caprari, che dopo e campionato, debutta pure in Coppa Italia. La sfortuna si accanisce sulla Roma quando Borriello, ben servito da Vucinic, lascia sul posto Nagatomo e colpisce prima il palo vicino poi quello lontano. Borriello è un leone e, al 39’, su cross di Perrotta finalmente pareggia. Parte l’assalto finale, all’ultimo secondo persino Doni si lancia nell’area nerazzurra per tentare il miracolo ma è tutto inutile. Orsato fischia e parte Pazza Inter: non c’era modo peggiore per terminare la sera.