La penna degli Altri 03/05/2011 11:51
Tottigol
IL TEMPO (M. DE SANTIS) -
Su quella maglietta autoprodotta, indossata orgogliosamente ed esibita senza alcun velo prima di essere messa in vendita, c'è scritto un dato di fatto. «The king of Rome is not dead», frase presa in prestito dalla telecronaca dell'ultimo derby del cronista inglese di Al Jazeera Richard Wittle. «Il re di Roma non è morto», anzi è più vivo e vegeto che mai. Lo dicono i fatti compiuti sul campo da Francesco Totti, non le parole di chi spacciava una realtà virtuale dandolo per finito. I fatti, dunque. 206 reti in serie A, Roberto Baggio agganciato e sorpassato, quarto marcatore di tutti i tempi nella storia del campionato italiano e non finisce qui. Il gradino più basso del podio, condiviso da Meazza e Altafini («È da vedere se Francesco riuscirà ad eguagliarmi, in caso sarei contento per lui"), a dieci reti di distanza e un altro piccolo grande record, quello di essere il bomber con il maggior numero di centri con la stessa maglia, a quattro e basta. Vogliamo continuare? A Bari l'ottava e nona rete nelle ultime sette gare e la quarta doppietta in un mese e mezzo. «Il re di Roma - ha detto a caldo Totti - non è morto e non morirà mai. So cosa posso fare e sono contento di aver superato un campione come Baggio. Si tratta di un record speciale e di una grandissima soddisfazione». Una soddisfazione goduta fino in fondo anche grazie a Rosi, altrimenti quel rigore toccato da Gillet e smorzato sul palo avrebbe potuto rovinare tutto. «L'unica pecca - ha ammesso il capitano - è stato quell'errore dal dischetto, stavo compromettendo l'intera stagione.
Per fortuna sono arrivati lo stesso i tre punti che ci tengono ancora in corsa per la Champions». Già, il futuro si chiama lotta per il quarto posto. «Possiamo ancora sperare, dobbiamo fare bottino pieno nelle prossime tre partite per mettere pressione alla Lazio: può succedere di tutto». Pressione solo sul campo e non davanti al televisore. Ieri, infatti, Francesco Totti, dopo aver girato lultimo spot per Vodafone, ha preferito stare in compagnia della famiglia e degli amici più cari e fare gli auguri pubblici di compleanno (oggi) a papà Enzo piuttosto che la visione, da spettatore interessato, di Lazio-Juve. Spiegazione: «Non guardo la Lazio, mi dà fastidio». E per fortuna che Totti, secondo i fautori del partito del «Totti è finito», era solo un fenomeno all'interno del Grande Raccordo Anulare. Ieri, per smentire anche questa, sulla «homepage» del sito della Fifa è apparso un lungo articolo sull'ultima impresa del capitano giallorosso. Così come non è mancata la grandinata degli attestati di stima: «Non ho mai pensato che fosse calcisticamente morto» (Prandelli), «un campione immenso» (Mazzone), «uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi del calcio italiano» (il sindaco di Roma Alemanno) e «un esempio per tutto lo sport» (il presidente della Regione Lazio Polverini). Niente male per uno che «era finito».