La penna degli Altri 26/05/2011 11:34
Sabatini neanche oggi a Trigoria
I rapporti, non è un mistero, non sono molto distesi e quindi, per il momento, meglio rimandare. Sabatini metterà piede a Trigoria quando potrà ufficialmente parlare da direttore sportivo e nei prossimi giorni potrebbe incontrare Gian Paolo Montali.
La mancata visita alla squadra (almeno per oggi) non ferma certo il lavoro del dirigente, tornato ieri mattina allalba dallArgentina, dove era andato a scovare talenti da portare in giallorosso. Lamela, certo. Ma anche altri. Lobiettivo, nonostante i tempi tecnici più lunghi del previsto stiano rendendo più gravoso il lavoro, è uno solo e lo ha detto proprio Sabatini a Fiumicino: «Costruire una Roma forte». Poche parole, dette col fuso orario che si faceva sentire, ma che hanno fatto piacere a tutti i tifosi romanisti, che da settimane attendevano una rassicurazione del genere da parte del futuro direttore sportivo. Futuro, appunto. È questa la parola chiave.
Ad oggi infatti Sabatini non fa parte, ufficialmente, della dirigenza romanista e per questo anche ieri mattina ha chiarito: «Direttore sportivo? Ancora non lo sono ufficialmente, le mie sono considerazioni da libero pensatore». Parole chiare, anche se lui da settimane, pur tra mille complicazioni burocratiche, è al lavoro per conto della cordata americana che ha rilevato lAs Roma. Daccordo con Franco Baldini sta decidendo a chi affidare la squadra: ha incontrato Pioli, dovrebbe fare lo stesso con Luis Enrique (il nome nuovo di queste ore), ha contattato Deschamps e Bielsa. E poi lavora senza sosta per costruire la squadra: nel suo studio, a piazza Cavour, ci sono centiaia di dvd con altrettante partite, in Argentina è andato a nome e per conto della Roma, cercando anche di ricostruire quella credibilità che la società giallorossa, dopo la vicenda Adriano, ha un po perso in Sudamerica. Non sono stati giorni rilassanti per lui, anzi.
Sbarcato a Buenos Aires lo scorso fine settimana, ha visto partite, incontrato giocatori e procuratori, dormendo poco e lavorando tanto. Lamela, come detto, è un obiettivo. Sabatini lo ha fatto presente a lui e alla sua famiglia, lo ha opzionato, ma non si può ancora dire che il talento del River sarà giallorosso, non fosse altro perché non ha ancora alcun potere di firma. Il telefono italiano, durante la trasferta sudamericana, è stato sempre spento, lo ha riacceso ieri, tornato a Roma. Dove è stato accolto da una decina tra giornalisti e fotografi. «Ma ragazzi, lo sapete che sono le sette di mattina?», è stata la sua reazione, stupito - lui che pure è dirigente navigato - da tanta attenzione nei suoi confronti. Sceso dal volo Alitalia Az 681 alle 7.05, mazzetta di giornali in mano, Il Romanista su tutti, jeans e camicia nera, si è prima acceso una sigaretta, poi ha dedicato per qualche minuto la sua attenzione ai giornalisti. Ha parlato di Lamela «è un buon giocatore», poi, mentre si avviava verso luscita, ha stretto la mano a un tifoso romanista che laveva riconosciuto. Uno dei tanti che da lui, e dalla nuova Roma che sta nascendo, si aspetta grandi cose. I nomi verranno fatti nelle prossime settimane: prima lallenatore, che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere annunciato entro la prima settimana di giugno. Poi i giocatori. Partendo da quelli che ci sono già e che, in bilico, la proprietà intende confermare. Il primo nome, neanche a dirlo, è quello di Daniele De Rossi. Sabatini ha intenzione di discutere il rinnovo del suo contratto nei prossimi giorni.
La volontà, daltronde, è reciproca: continuare insieme. I rapporti con Sergio Berti, il procuratore del centrocampista, sono ottimi e lincontro per iniziare a mettere nero su bianco è davvero immininente. Subito dopo toccherà a Mirko Vucinic: anche nel suo caso, lintenzione di Sabatini è quella di tenere il giocatore, adesso sta a lui, dopo aver visto nomi e programmi della nuova Roma, decidere sul suo futuro. Sabatini proverà a convinverlo a ripartire da Trigoria visto che il montenegrino è un suo pallino da tempo. Quando era il ds di squadre che affrontavano la Roma, si informava sempre della presenza o meno di Mirko, da lui ritenuto uno dei giocatori più pericolosi e devastanti della rosa giallorossa. Una pedina importantissima, che se motivata a dovere, per talento ed età, può veramente essere decisiva nei prossimi anni. Quelli in cui, e su questo non cè alcun dubbio, lintenzione di tutti è chiara: costruire «una Roma forte». Il resto verrà da sè