La penna degli Altri 11/05/2011 10:17

Quando Vucinic stregò DiBenedetto «matando» l’Inter

Fiducia L’Inter può mettersi l’anima in pace, quindi. Almeno per ora. Poi in estate può succedere di tutto, anche se è difficile che la nuova dirigenza si privi di uno del valore di Mirko. Sarà proprio per quel gol che fece scoppiare la scintilla d’amore nel nuovo patron Usa. O sarà perché, nonostante i tanti gol (decisivi) falliti nell’ultimo mese, la qualità e l’imprevedibilità di Vucinic sono difficili da trovare sul mercato. Così, Vucinic (che ieri ha saltato l’allenamento per affaticamento, «ma non penso sia importante un allenamento in più o in meno a questo punto della stagione» , ha detto Montella) oggi va a caccia di una giornata che sa di rivincita. Lui e Borriello insieme, per ribaltare quell’ 1-0 subito all’Olimpico e centrare la finale di coppa Italia. «Io ci credo, sono credente del resto» , scherza Borriello alla stazione Termini, poco prima di partire per Milano. E chissà che stasera non sia veramente la loro serata.

 Incroci Che quello di Vucinic non sia un momento d’oro, però, è una notizia che è arrivata fino a casa sua, in Montenegro. Ed infatti sabato scorso all’Olimpico si è affacciato anche Zlatko Kranjcar, c. t. montenegrino, proprio per buttare un occhio su Mirko in vista dei prossimi impegni per le qualificazioni europee. Ma Zlatko è anche il papà di Niko Kranjcar, il trequartista croato (26 anni) del Tottenham che piace alla Roma. «È un grande giocatore, a cui piacerebbe un’esperienza in Italia o in Spagna — dice il suo agente Alian Aljai— Vuole giocare, perché ha paura di perdere la nazionale, a cui tiene tantissimo. Ma il suo destino è nelle mani del Tottenham, con cui ha un contratto fino al 2013 e con cui parleremo a fine stagione» . Il futuro d. s. giallorosso si sarebbe già mosso, parlando proprio con papà Zlatko e puntando sulle poche opportunità offerte quest’anno a Niko da Redknapp. E chissà che una buona parola non ce la possa mettere anche Mirko Vucinic. Dopo Milano, chiaramente. Prima, c’è una finale da conquistare.