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La penna degli Altri 27/05/2011 11:14

Papà De Rossi: «Per crescere, i giovani devono giocare gare vere»

Due domeniche fa ha ricevuto il premio come miglior tecnico di settore giovanile per il 2010. La sua filosofia è un’apparente contraddizione: per salvare i giovani bisogna farli giocare con i vecchi. «C’è bisogno di una profonda ristrutturazione del campionato Primavera e di quello Allievi. Per fortuna le intenzioni della Federcalcio, con Sacchi e Albertini in testa, vanno in questa direzione. Non ha senso una Primavera con giocatori di 21 anni, l’età giusta sarebbe 18. Da noi giocano sempre Viviani, del ’ 92, Caprari, del ’ 93...» . A voi è capitato di perdere un derby 4-0 con Kozak (’ 89) nella Lazio e Verre (’ 94) nella Roma. Società e i tifosi capiscono che va bene anche così? «Il primo compito di un allenatore di settore giovanile deve essere formare giocatori per la prima squadra. E, alzando il tiro, anche per le squadre nazionali. Poi, è logico, vincere fa piacere» . Il derby di ritorno l’avete vinto 7-1. Ora c’è la fase finale del campionato e il vostro primo avversario sarà il Milan, che ha eliminato l’Inter nel playoff facendo giocare Strasser e scatenando l’ira dei nerazzurri. Giusto così? «La vittoria è importante se è conseguenza del lavoro, non fine a se stessa» . Nelle giovanili della serie A sono tesserati 177 stranieri, 129 dei quali extracomunitari.

È giusto liberalizzare al massimo o proteggere i vivai nazionali? «Gli stranieri bravi fanno crescere anche gli italiani. Quelli bravi, però» . Come fare crescere i giovani italiani? «Servono le ‘‘ seconde squadre’’, come in Spagna. Iscritte alla serie B, fuori classifica ma con i punti in palio e piene di giovani con prospettiva. Si confrontano con giocatori già fatti e così sono pronti per il salto» . Salvare i giovani facendoli giocare con i vecchi? «Diciamo così. Anzi, facendo giocare loro partite vere» . Sacchi dice che le nostre nazionali, dai piccoli ai grandi, non fanno possesso palla... «È vero. È più facile giocare palla lunga e attaccando la respinta. La Roma gioca palla a terra» . Mai pensato di allenare i grandi? «Non fa per me. Non avessi fatto l’allenatore delle giovanili avrei fatto il maestro» . Che fa suo figlio, Daniele? «Non parliamo di calcio, teniamo distinte le carriere. Semmai mi sta rubando i dischi» . Quali? «Dylan. Per me la musica è quella: Genesis, Led Zeppelin, Yes» . Ma lei se lo vede con un’altra maglia? «Sceglie lui. Certo, è cresciuto con quella giallorossa» .