La penna degli Altri 13/05/2011 10:00

Montella alla Ranieri

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - 
Un’unica grande certezza, di ritorno da Milano dopo l’eliminazione di mercoledì sera dalla Coppa Italia: Marco Borriello non può restare fuori nella gara decisiva di una stagione che fin qui è fallimentare. La Roma ha bisogno di lui, domenica pomeriggio a Catania. Adesso lo sa anche Vincenzo Montella. Che prima di diventare allenatore è stato centravanti dal gol facile e al tempo stesso riserva di lusso perché davanti si ritrovò uno come Batistuta che spesso lo ha spinto indirettamente a vivere tante partite in panchina, almeno in partenza. Meglio del tecnico, insomma, nessuno può comprendere la strana situazione dell’ex milanista, a lungo miglior cannoniere giallorosso della stagione, fino alla resurrezione di , e non più titolare per colpa di quel  che prevede una punta centrale e basta, con la scelta caduta quasi sempre sul capitano. Borriello merita di partire titolare in Sicilia e di tornare a far coppia con . Da quando c’è Montella in panchina, recupero contro il al Dall’Ara il 23 febbraio, non è mai successo, mentre con Ranieri era accduto 18 volte, 15 in campionato e 3 in . Alla penultima giornata, finalmente li vedremo insieme pure con il nuovo allenatore. A Catania conterà vincere e quindi segnare.

Chi meglio di loro per riuscirci? Sono 32 i gol stagionali per i due centravanti, divisi a metà, 16 a testa. Marco, unico delle punte ad aver timbrato in tutt’e tre le competizioni, si è guadagnato la promozione a San Siro. Due pali in un colpo solo, tra l’altro di lui che è mancino, un gran gol di testa e soprattutto una prestazione da combattente. Messo accanto a Menez, il paragone è imbarazzante. Luce e buio. Il carattere del napoletano che contrasta l’indolenza. Questione di voglia. Uno ce l’ha, l’altro no. A Milano, Borriello si esalta lasciando il segno: sempre titolare nelle tre partite e due reti realizzate. La prima contro i rossoneri di Allegri, buona per vincere contro i futuri campioni d’Italia. Mercoledì notte quella all’Inter, utile per cercare sino all’ultimo di qualificarsi per la finale. E’ piaciuto per lo spirito. Per la concentrazione e la determinazione. Doti apprezzate dai tifosi e soprattutto da Montella. La performance, specchiandosi con Pazzini che è centravanti nerazzurro e della Nazionale, può convincere il ì Prandelli a prenderlo nuovamente in considerazione per l’Italia vicinissima a Euro 2012. Borriello, insomma, torna da San Siro con il sorriso. Che aveva perso da quando in panchina si è seduto Montella. Nelle 14 gare con il nuovo tecnico, solo in 5 è stato inserito nella formazione di partenza. La prima a e l’ultima due sere fa contro l’Inter. In campionato 2, la seconda a Lecce dopo quella del debutto di Montella, 1 in , a Donetsk contro lo Shakhtar e 2 nelle semifinali contro i nerazzurri perché era squalificato in Coppa Italia.

Con Ranieri, invece, 26 presenze da titolare in 30 partite (21 in campionato, 4 in e 1 in Coppa Italia: nella prima delle 31 gare dell’allenatore dimissionario era ancora al Milan). Senza più giocare dall’inizio, Marco ha dovuto aspettare quasi cento giorni per interrompere il digiuno (per essere precisi, 98). Se Vucinic si riprenderà (a San Siro, colpa del ginocchio, non ha fatto nemmeno il riscaldamento, per restare negli spogliatoi sul lettino nelle mani del fisioterapista), Montella si potrebbe presentare a Catania con il tridente. Soluzione inedita anche questa per Vincenzo e già provata tre volte, in partenza, da Ranieri. Per lo 0 a 0 del 24 ottobre a Parma, per il 2 a 0 del 27 ottobre all’Olimpico contro il Lecce e per l’ 1 a 1 del 2 febbraio, sempre in casa, contro il Brescia, guarda caso ultima rete in campionato di Borriello. La Roma andrà all’attacco della zona con i suoi tre migliori attaccanti. Magari con e Vucinic subito dietro a Borriello, cioè l’albero di Natale visto a San Siro contro l’Inter. Riproporre Menez sarebbe un’offesa a chi corre, suda e sgomita. Davanti al francese che rischia una multa per un ritardo della scorsa settimana (la società lo ha già preparato all’eventualità) merita di stare anche il giovane Caprari. Perché come il campionato non aspetta più la squadra giallorossa, così Montella non si può più permettere di dare altre chances a Jeremy. Non è una questione tecnica, ma di rispetto. Verso gli altri. Giocatori e tifosi.