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La penna degli Altri 15/05/2011 12:56

Montella: “Vinco a Catania poi penserò al mio futuro”

Ma non parliamo di me - sorride il tecnico- parliamo della gara di Catania, perché da quella passa il nostro eventuale accesso alla . Va bene il futuro, ma è il presente a interessarmi di più e secondo me, dopo Genova, avrebbero firmato tutti per ritrovarsi a due giornate dalla fine a giocarsi il quarto posto”.

E allora tutti concentrati sulla sfida di oggi pomeriggio al Massimino, contro un Catania già salvo, ma non intenzionato a fare da sparring partner a e compagni. Montella fa i conti con un centrocampo stra-arrangiato per le assenze di , Perrotta, Brighi e gli acciacchi di Pizarro (“Mi sento male, non so se ce la farò”, la resa del cileno prima della partenza). Spazio a Simplicio, Greco e Taddei, con un ballottaggio Vucinic – Rosi (con Menez e

Caprari in panca). Bene, no? Le uniche certezze passano per la coppia -Borriello. “Ci sta che possano giocare insieme, perché so che se anche uno dei due giocasse 10 metri più avanti o più indietro non cambierebbe il risultato generale della partita”. E Menez? “Ho fatto tutto quello che potevo, mettendolo a suo agio, ci sta che abbia un calo psico-fisico. Se resterà? Questo è l’ultimo dei miei pensieri”. Il concetto è chiaro. Intanto, c’è spazio per una replica al vetriolo a Reja, che ha auspicato impegno da parte del Catania. “Non me l’aspettavo proprio… non intendo sprecare le mie energie, preferisco concentrarmi nel chiedere massimo impegno ai miei giocatori. E poi la storia del calcio recente la conosciamo tutti…”, il riferimento, neanche troppo velato, a Lazio- Inter della scorsa stagione.



Ma, mentre Unicredit ha anticipato i 21 milioni necessari per il pagamento degli stipendi arretrati, Montella prova a difendere il suo lavoro in previsione futura. “In generale si punta poco sui giovani. Io non sono troppo

amico dei giocatori: da quando sono arrivato nessuno di loro mi ha mai chiesto nulla, tutte le scelte le ho fatte

io. Si può parlare di tutto, ma la realtà è un’altra”. Protegge la sua panchina, Vincenzo, con Baldini che spera, però, di poter portare nella capitale un nome a sorpresa, ancora non uscito da nessuna parte.