La penna degli Altri 27/05/2011 10:10

Luis Enrique: «Sono pronto»

Perché al non rinuncerà mai. E tornerà. Per seguire la strada di Pep Guardiola, il tecnico che salendo in prima squadra nel giugno del 2008 gli ha lasciato la panchina nella Liga Adelante, dove è quarto con 77 gol in 40 partite (tante però le reti subite, 59, nonostante la sua meticolosità nell’insegnare la fase difensiva). Lucho, come lo chiamano i catalani, si prepara al colloquio decisivo con , atteso a tra domenica e lunedì. Franco Baldini ha preparato il terreno: lo spagnolo si è impegnato, dando la priorità alla proposta giallorossa. L’Atletico Madrid insiste e anche il Real Saragozza. Ma da un paio di settimane, da quando la nuova Roma ha avuto la certezza che non c’era più niente da fare per la prima scelta Villas Boas («Arrivo in Italia in vacanza», fa sapere il portoghese, atteso in giornata), Luis Enrique ha in testa solo il club di Trigoria.

Pronto un contratto di 2 anni più opzione per il terzo. Del resto Guardiola è stato esplicito con Baldini: «Perchè vuoi Villas Boas che ha già vinto tutto? Prendi questo che vincerà tutto nei prossimi cinque anni». I tempi della scelta coincidono con il viaggio di in Sudamerica. Nella lista dei calciatori che il diesse è andato a seguire in Argentina, prendendo contatti con club e manager, alcuni elementi indicati da Luis Enrique. Un procuratore vicino al tecnico asturiano è in contatto con che propone e ascolta: in ballo i giocatori per la prossima stagione. Lo manda Guardiola, come chiarisce Josè Maria Orobigt, manager dell’allenatore del : «E’ maturato proprio seguendo il percorso di Pep. Anche se è giovane, si muove sul campo da veterano. Punta sulla disciplina, cura i particolari». E lo battezza: «Guardando al suo lavoro e pesando la sua personalità può essere il futuro Guardiola». Ma non c’è solo il Pep nella carriera di Luis Enrique che, come tanti spagnoli a cominciare dai campioni del mondo in Sudafrica, non dimenticano la scuola olandese: «Ho avuto nella mia carriera grandi allenatori, ma è stato Van Gaal a farmi capire come va affrontato questo mestiere. Lui, diverso dagli altri, mi ha insegnato i metodi giusti».

«La ambicion es clave sobre todo». Lo slogan di Luis Enrique ha convinto Baldini e . Il riferimento è ai giocatori affamati e di qualità che dovranno caratterizzare la nuova Roma. Per l’asturiano «l’ambizione è fondamentale per i giocatori di un alto livello tecnico». La visita del diesse giallorosso servirà per approfondire la conoscenza e impostare ogni strategia. Per la firma, in attesa dell’insediamento di Thomas Richard DiBenedetto e dei suoi manager, bisognerà aspettare, anche se Unicredit, se dovesse esserci l’urgenza di mettere nero su bianco, potrebbe invitare Rosella Sensi, presidentessa uscente, o la Mazzoleni a farlo per la Roma americana. Tecnicamente si chiama firma legale.

Intanto Marcelo Bielsa, dopo il no al Siviglia, parla con il Real Sociedad e resta a disposizione, Didier Deschamps in giornata può dire addio all’Olympique Marsiglia aspettando notizie da (presto un incontro, tra oggi e domani) e dai dirigenti del Lione, mentre Stefano Pioli rinuncia ufficialmente al Chievo e capisce che la Roma si allontana: «Penso che in corsa per la panchina giallorossa ci siano tecnici più esperti di me. Ho altre proposte».

Carlo ribadisce: «Resto in Inghilterra». Niente Trigoria per . I legali di DiBenedetto gli hanno consigliato di non presentarsi ancora al Bernardini. Anche perché Gian Paolo Montali è a Londra già da ieri (può incrociare Baldini) e oggi dopo pranzo lo raggiungerà Pradè. Se il nuovo diesse vuole intanto parlare con , può farlo anche fuori del centro sportivo: è autorizzato.