La penna degli Altri 05/05/2011 11:26
La tessera vìola la libertà di associazione
La Direttiva che istituisce la Tessera del Tifoso affida il programma di tesseramento ad una associazione privata, ossia alla società sportiva di riferimento del supporter, e non ad un soggetto pubblico. Dunque, la associazione privata, con il consenso della Pubblica Amministrazione, ha il potere di tesserare e di istituire la comunità di fidelizzati. Quindi un tifoso, per entrare in uno stadio, di proprietà del Comune, necessita di una tessera attribuita da un organo privato, la società sportiva, che gode solo della concessione amministrativa per poter usufruire dellimpianto. Il singolo supporter è poi tenuto ad associarsi a quella che di fatto è una branca della Società sportiva, per potersi avvalere dei servizi che la tessera conferisce. E come se un bagnante, per poter accedere ad un bene pubblico come il bagnasciuga, debba per forza far parte di unassociazione costituita dallo stabilimento balneare. Ovviamente il consenso di questultimo ad aderire al club è viziato, non è un consenso puro, con buona pace del principio di libertà della associazione privata. Altro aspetto interessante è la violazione del principio dellart. 97 della Costituzione: I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e limparzialità dellamministrazione... Questo articolo impone lobbligo di attribuzione delle funzioni pubbliche mediante norma di legge.
Le società di calcio vengono dotate, con la Direttiva del Ministero, di un vero e proprio potere discrezionale, seppur vincolato e comunque guidato da parte degli organi amministrativi, e di funzioni simili a quelle dei pubblici ufficiali. Per poter godere di tali poteri e per poter svolgere tali funzioni, è necessario che le società esercitino una attività dettagliatamente regolamentata dalla legge. Più specificamente, per poter affidare alle società sportive il potere di concedere la Tessera, non è difatti sufficiente una semplice circolare ministeriale, né un mero rinvio al Decreto n. 8 del 2007, considerato come fondamento normativo del programma di fidelizzazione mediante carte dotate di microchip identificativo. Nessuna delle norme di questo Decreto, infatti, garantisce potestà pubbliche di questo genere alle Società calcistiche: nellatto legislativo in questione si parla di adeguamento degli impianti, di iniziative per promuovere i valori dello sport, di generiche prescrizioni per le società sportive, ma mai si cita la Fidelity Card. Occorre, invece, una regolamentazione minuziosa del potere discrezionale della associazione sportiva di concedere la tessera, dato che lente privato esercita, in questo caso, funzioni proprie di un pubblico ufficiale. In questo senso, basti pensare al fatto che la Card in realtà è un vero e proprio atto pubblico e che i dati dei possessori vengono comunicati alle Questure. La nostra iniziativa continua, per così dire, con una funzione critica e maieutica: siamo tutti uniti per cambiare giuridicamente questo obbrobrio.