La penna degli Altri 10/05/2011 11:13

De Rossi vinci per noi a Milano

«È difficilissimo fare l’arbitro qui, ma questi sono tratti in inganno sempre dalla stessa parte... Oggi è più

pesante parlare, ma anche a distanza di settimane a me l’amarezza non me la tolgono. Io dico quello che

penso. Non riesco a pensare alla partita: io non posso vincere uno scudetto con la Roma per queste cose, il

nervo sarà scoperto per tutta la vita. Lo stimolo? Di giocare con il cuore per la Roma non me lo leva nessuno,

Rizzoli o Collina o la loro banda». E ancora: «Fra due anni ci si ricorderà solo della classifica, non della

storia di questa stagione. Credo sia giusto soffermarsi su quanto avvenuto, sul perché non abbiamo vinto.

Non parlo di associazione a delinquere, ma di sudditanza psicologica, questo penso e questo voglio dire per la prima volta con assoluta fermezza». Così parlò, tra il 2008 e il 2009, . Così, il capitano di domani, commentò quello che c’era stato con l’Inter un paio di stagioni fa. Parole durissime, che ogni romanista, in quel momento, avrebbe voluto dire e sentirsi dire. Un’unione completa tra e la sua gente. Daniele, Roma e la Roma: la stessa cosa. Da lì bisogna ripartire. Oggi e domani. Anche adesso, che questa grande à magari gli va un po’ stretta, perché tanto simile a un paese piccolo piccolo. Un paese dove i si dice diventano più importanti dei fatti e dove molti si improvvisano allenatori prima e psicologi poi. Ecco allora spiegato che "non gioca più da tre anni", che soffre "per motivi personali", che "non vede l’ora di andare via". Se poi ci si mette pure qualche comportamento «ingiustificabile » (per dirla alla Montella) ecco allora che il quadro è completo.

E invece no. Non è - soltanto - così. Prima cosa: , a Bari come a Donetsk, ha sbagliato. Gli era capitato altre volte in carriera: a Bruges e soprattutto nel Mondiale tedesco con la Nazionale. Ma da quegli errori, da quelle gomitate da lui stesso definite «cazzate», Daniele ha trovato la forza di rialzarsi. Sempre. Dopo Bruges fu uno dei protagonisti della splendida cavalcata della Roma di Spalletti; dopo l’espulsione contro gli Usa è diventato campione del mondo, con tanto di rigore calciato in finale. Stavolta, la speranza è che la storia si ripeta. E che sia lui, con a fare il tifo da casa, a prendere la Roma, ancora una volta per mano. D’altronde, l’ultima volta che abbiamo vinto a Milano contro l’Inter fu lui a segnare. Era il 19 agosto 2007. Era una grande Roma