La penna degli Altri 15/04/2011 10:21

Solo giovani di talento. Il primo è Pastore, unica eccezione Buffon

L’organigramma della nuova Roma è tracciato. Il d. g. sarà Franco Baldini che, insieme al presidente Franco Sensi e a Fabio Capello, costruì la Roma dell’ultimo scudetto, stagione 2000-2001. Il d. s. sarà , per la sua capacità di scoprire giovani talenti come ha fatto con Javier Pastore, che non a caso è uno dei grandi obiettivi di mercato per la Roma che verrà. Claudio , attuale a. d. del Lecce, è il nome più caldo per l’aspetto gestionale: ha portato per la prima volta in pareggio il bilancio senza fare ricorso alle plusvalenze da cessioni al calciomercato. Un risultato formidabile. E Gian Paolo Montali, che è l’attuale direttore operativo della Roma e ha la piena fiducia di Unicredit? Non è semplice capire il suo futuro, perché rispetto dei ruoli ed elasticità sembrano una contraddizione in termini. Sarà anche questa una scommessa. Il punto di maggior interesse per i tifosi è naturalmente il mercato dei calciatori. non è solo la bandiera, è un giocatore capace di segnare sei gol nelle ultime quattro partite. Sarà lui il punto di partenza. Ci sarà l’acquisto di un top player (due se dovesse essere ceduto ), ma di sicuro non ci sarà l’assalto a giocatori di grande nome ma che zavorrano il monte stipendi.

Sì ai Pastore e ai Sanchez, a Fabio Coentrao e al difensore brasiliano Toloi, ma non ai trentenni che arrivano da grandi club. Un’eccezione potrebbe essere fatta solo per Buffon. Se si troverà un giocatore all’altezza della Roma si può fare un pensiero a uno statunitense, come Micheal Bradley dell’Aston Villa, anche per alzare l’attenzione dei media Usa sulla Roma. Ma il core business saranno giovani di talento con grande prospettiva: Pastore in primis, ma anche Abel Hernandez del Palermo, Lamela del River Plate, Azpilicueta del Marsiglia.

E l’allenatore? Vincenzo Montella si è guadagnato la stima e una chance vera per restare. Il finale di stagione può dire molto. Carlo è un nome sempre gettonato, ma il suo ultimo Chelsea era in direzione opposta ai parametri della Roma del futuro. Pep Guardiola e Arsene Wenger sono i sogni, proprio per la qualità del gioco e per la capacità di far giocare i giovani. Magari tra un anno, quando la Roma made in Usa avrà dimostrato che la sua non è un’utopia.