La penna degli Altri 20/04/2011 14:11
Piccoli azionisti giallorossi in rivolta
Ed è proprio su questo punto che l'Adoc annuncia battaglia: «Vogliamo un pronunciamento della Consob, sia per l'Opa che per l'informazione resa ai piccoli risparmiatori. Se la Consob confermerà irregolarità, siamo anche pronti a preparare una Class action». Insomma, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, l'era DiBenedetto non inizia sotto i migliori auspici. Anzi tira aria di rivolta. Nono- stante ciò, l'operazione continua a essere vista con favore da alcuni osservatori.
Come Victor Ulanan, professore di diritto tributario ed esperto dicalcio e business. L'arrivo degli americani in un club italiano? «Un fatto positivo: c'è qualcuno che viene a investire in Italia - dice Uckmar - e vista la difficoltà dell'Italia ad attrarre investimenti, almeno cominciamo dallo sport». Si sa però che «l'esperienza fiananziaria nel mondo del calcio italiano finora è stata rovinosa - ammette Uckmar - fiananziariamente e nei compotamenti spesso fraudolenti. A patto che, oltre allo spettacolo offerto da una partita, che di per sé non copre i costi, si sviluppino delle attività complementari, finanziariamente soste-nibili e in grado di produrre ricavi». Farlo, non è impossibile: «basta prendere ad esempio alcune squadre inglesi, come il Chelsea - ricorda Uckmar - che riescono a fare il bilancio attraverso attività ancillari. E speriamo che DiBenedetto dall'America porti anche l'esperienza, oltre ai sokli». Lo sviluppo di una logica di marketing *** è una regola che vale per tutto il mondo del cal- do: «Per fare affari in questo settore - continua docente universitario - serve sviluppare anche attività commerciali e di trading. Dalla più banale vendita delle magliette all'affitto dei locali, all'organizzazione di viaggi e così via».
Possibile che nessun italiano sia stato in grado di comprarsi la Roma? «Evidentemente in Italia non ci sono capacità manageriali, soprattutto in un settore come questo», sottolinea Uckmar. Il fatto che in cima alle classifiche ci siano sempre squadre con una forte proprietà alle spalle fa riflettere: «C'è sicuramente una forte differenza tra i club che possono contare su un ricco padrone e quelle con meno disponibilità economiche, che fanno fatica ad arrivare alla fine del campionato», chiarisce Uckmar, precisando però che è sbagliato ridurre tutto a un problema di disponibilità finanziaria. «La capacità manageriale - conclude - deve svilupparsi su tre livelli: quella degli amministratori, del governo del calcio e del governo nazionale». Sullo sbarco degli americani a Roma, rimane, invece, immutato l'atteggiamento del presidente del Coni Petrucci, che ribadisce: «Accoglierò i nuovi proprietari, se avrò l'onore di conoscerli. Al momento, però, non ho visto ancora nulla, non faccio polemiche, giudicherò quando vedrò». Una cautela che, c'è da scommettere, da oggi trova più seguaci rispetto a qualche settimana fa.