La penna degli Altri 19/04/2011 11:13

Paolo Fiorentino: "Talenti e campioni per vincere subito"

CORSPORT (E. INTORCIA) - 
«E’ stata la scelta migliore. E speriamo che l’affare l’abbiano fatto la Roma e la à di Roma ». Tre giorni dopo la firma di Boston, Paolo Fiorentino, vice di Unicredit, racconta retro scena dell’affare DiBene detto e i programmi della nuova Roma
, intervenendo in diretta su GR Parlamen to a “La Politica nel Pallo ne”, condotta da Emilio Mancuso. «
 E’ stato un per corso lunghissimo, iniziato alla fine del 2010 con il sup porto di una banca d’inve­stimento, Rothschild, che ha fatto il giro del mondo per trovare i potenziali in vestitori. La nostra soggetti vità è stata relativa perché nei numeri e nella modalità l’offerta di DiBenedetto era la migliore. Al di là del l’aspetto economico, ci da va una garanzia sullo svi luppo del progetto, il che non è mai stato un elemen to marginale » , spiega Fio rentino. Aggiungendo a pro posito degli americani: « I numeri parlano da soli, ma anche nella prospettiva di una valorizzazione futura della Roma questo era il te am ideale ». 



CIFRE
 - Le cifre dell’affare, spiega Fiorentino, sono in li nea con altre operazioni an date in porto in Inghilterra: «Sinceramente la Roma non poteva essere venduta meglio. Il valore degli asset non si basa sulla suggestio ne del brand ma su dati eco nomici: si valuta il giro d’af fari, cioè quanto incassa un club, e per stabilire un prez zo si utilizza un moltiplica tore. Nel caso del Liverpool è stato di 1,6 mentre quello della Roma è stato di 1,4. Il Liverpool vale di più perché i diritti tv garantiscono un ritorno più importante. Perl’ il prezzo è stato di 3,9 volte il fatturato ma per il fatto che il club ha uno stadio di proprietà, bellissi mo, un contratto con Emira tes che vale 110 milioni di euro e 360 appartamenti realizzati con il vecchio sta dio. Chi ha comprato l’Arse nal, ha comprato soprattut to un progetto immobiliare ». E lo ? « Nel business plan discusso non c’era, ma è evidente che una squadra come la Roma ha questa opzione. Incassa 140-150 milioni di euro, co me altri club di calcio è una media impresa che ha biso gno di infrastrutture su cui costruire il business in ma niera sostenibile, affrancan dosi dal mecenatismo ». 



PISTA SOROS
 - Fiorentino conferma anche la trattati va avviata due anni fa con Soros, non gestita però da Unicredit: «Riscrivere la storia sarebbe ingiusto nei confronti di chi c’era. Ci fu rono delle congiunture ne gative: prima c’è stata una fumata grigia, poi erano cambiate le condizioni e l’appeal della Roma. Me lo ha confermato anche Pal lotta, lui era vicino a pren dere la Roma con Soros ».

IL MERCATO Vincere subito, vincere anche domani: Fiorentino si tiene alla lar ga dai nomi, però fa capire bene quali saranno le linee guida della nuova Roma in tema di acquisti. « Lascio con piacere agli altri l’onere del mercato, però direi che intanto gli ameri cani nutrono il mito del ca pitano, . Vogliono puntare su giovani di grandissimo talento e mi xarli con dei campioni af fermati, questo nella pro spettiva di creare intorno al brand un appeal dal giorno uno ma anche co struire dei risultati soste­nibili nel tempo » , spiega Fiorentino. Il senso è que sto: i big per essere subito competitivi e per aiutare i giovani talenti ad esplode re per essere al vertice an che negli anni a venire. Per aprire un ciclo, insom ma. 



RISORSE
 - Il tema del mer si lega alla questione del vendor loan, il finan ziamento che la nuova Ro ma otterrà da Unicredit e, in parte, da Roma 2000. « La trasparenza estrema che abbiamo dato ai nu meri è lo stile della nostra casa, per evitare la dietro logiaho voluto che nel co municato la storia del cre dito fosse chiara », sottoli nea Fiorentino. Che spie ga: «Oltre all’acquisto, gli americani metteranno al tri soldi freschi per l’au mento di capitale. In più hanno chiesto dei finan ziamentia medio- lungo termine: per le altre socie tà si tratta di solito di anti cipazioni sugli incassi, qui saranno risorse utilizzate se necessarie. Se c’è da fa re un’operazione di mer e non c’è abbastanza cassa, ci sono due possibi lità: o metti insieme gli in­vestitori e chiedi al volo un aumento di capitale, il che non è una passeggiata, op pure attivi delle linee di credito che ti consentano di fare delle operazioni » . 



COMPETITIVA
 - Una Roma competitiva, subito e nel futuro, perché, spiega Fio rentino, « si fa del marke ting su un oggetto che vin ce, nessuno si appassiona a team perdenti e antipati ci. L’obiettivo è avere una squadra che sia competi tiva per creare una tensio ne positiva intorno al brand » . 



APPEAL
 - Una squadra co struita per vincere, per piacere alla gente. E’ la fi losofia del marketing ap plicato allo sport: « Gli americani mi hanno mol to colpito per la loro espe rienza nella gestione dei marchi sportivi e la capa cità di costruire intorno al team una serie di eventi che trasformano la squa dra in un oggetto da me dia. Sono stato colpito dal le cose che Tom ha fatto sui Red Sox nel baseball e che Pallotta ha fatto con i Celtics nel basket » .

L'ORGANIGRAMMA - Ci sarà da incassare l’ok dell’Antitrust, ci sarà da lanciare l’Opa. L’iter buro cratico è lungo ma Fiorenti no fissa una data: « A giugno DiBenedetto sarà ufficial mente presidente della Ro ma ». Difficilmente il suo vi ce sarà però James Pallotta: « Non ne abbiamo parlato, però lui è nella gestione dei fondi e in America è proibito tutto ciò che può essere per­cepito come potenziale “ad vertising”. Per questo proble ma lui non ha partecipato al la conferenza stampa e si è concesso invece ai giornali stiin maniera destrutturata ». Nel Cda ci saranno anche i rappresentanti di Unicredit: « Ma non c’è nessuna inten zione di porre dei paletti alle scelte che Tom vorrà fare. DiBenedetto è il rappresen tante della società, gli azio nisti, anche di minoranza, si riconosceranno in lui. Lungi da noi qualsiasi idea di inse rire persone che Tom non do vesse sentire come scelte da lui: sarebbe l’anticamera per l’insuccesso. Nei patti abbia mo previsto che ci siano vo tazioni con maggioranze qualificate per le decisioni importanti, ma lavoreremo molto sulla base dei piani ». 



SOCI ITALIANI
 - Unicredit af fiancherà DiBenedetto al 40%, ma gli accordi con gli americani prevedono l’in gresso di partner italiani che rileveranno quote dalla par tecipazione dell’istituto di credito. Tra i nomi c’è quello di Angelini, imprenditore farmaceutico già in passato interessato a rilevare il club: « Conosco la sua passione per la Roma, se lui fosse inte ressato sarebbe un’opportu nità. Non abbiamo ancora parlato, ma che lui sia uno dei candidati lo considero ovvio ». Per Fiorentino gli im prenditori italiani « eranospaventati di lanciarsi in un’iniziativa così complessa sul piano del rischio », ecco perché l’affare Roma ha stuzzicato di più l’interesse di investitori stranieri. « L’Italia paga una logica di mecenatismo con cui sono stati gestiti i club: penso agli Agnelli, a Moratti, Berlusco ni, alla stessa famiglia Sensi che ha investito centinaia di milioni in questo asset. C’era l’idea che fosse l’unico modo di gestire un asset in piazze calde e con appassionata vo cazione ai risultati ». Gli stra nieri, invece, possono « settare in maniera alternati va la comunicazione con la piazza ». La costruzione dello stadio può riaccendere l’inte resse degli imprenditori ro mani: « Credo che la Roma debba avere un cuore roma no solo nei tifosi e nei giocato ri ma anche negli investitori ». 



ORGANIGRAMMA
 - Aspettando il nuovo CdA, c’è già un orga nigramma dirigenziale defi nito: Baldini , ds. « Non confermo, anche se lo sapessi non lo direi... So che Tom sta già lavorando con esperti, i consulenti potran no muoversi ma non ufficial mente, come nelle altre so cietà del resto ».

AMERICANI - «Tom sta già la vorando con esperti » . Oppure: « Non porremo paletti alle scelte che Tom vorrà fare ». Quando parla di mister DiBene detto, l’uomo che diven terà il 21 ° presidente della Roma, Paolo Fio rentino, vice di Unicredit, lo chiama per nome, Tom. Il che è segno non solo di confidenza ma anche di una buona conoscenza dell’imprenditore ameri cano e dei suoi soci an che sul piano personale. « DiBenedetto è un gatto ne. Con Lotito sicura mente formerà un’ac coppiata che sul piano comunicativo sarà una bella esperienza... Di Be nedetto è un manager esperto, con una forte sensibilità sulla finanza, dà grande rilevanza al marketing e alla compe tenza. Diciamo che è una persona totalmente fissata per la competen za: il suo è un approccio anglosassone » . 



L’INCONTRO
 - Fiorentino conferma di aver incon trato per la prima volta DiBenedetto a Roma do po che l’imprenditore americano aveva assisti to alla sfida con l’Inter: « E’ stato a casa del no stro avvocato. Mi aveva parlato delle motivazio ni che spingevano il suo gruppo a investire sulla Roma. Mi era piaciuta l’idea e la sua energia. E’ un tifosissimo, uno che soffre: non ci siamo sentiti dopo la sconfitta con il Palermo, ma dopo Udine farfugliava, non riusciva a parlare per ché si era emozionato dopo il secondo gol di  » . 



JIM E GLI ALTRI - DiBene detto manager scrupolo so, al quale si sono affi dati gli altri tre soci americani: « Lui è il ma nager di questo team, l’uomo che destinerà il suo tempo alla gestione della Roma. Alle spalle ci sono quelli che affida no il denaro a Tom, han no prospettive di coin volgimento diverse, an che in termini di tempo ». James Pallotta, spiega Fiorentino, difficilmente potrà ricoprire una cari ca come quella di vice presidente: « Però è quel lo che sente molto le ra dici italiane, anche più di quanto mi aspettassi, è un vero appassionato. Grazie a Jim, sono riu scito ad andare a vedere i miciti Celtics contro New York, mi ha procu rato i biglietti sul parter re, un’esperienza straor dinaria » . Ruane e D’Amore? « Due impren ditori di successo, si oc cupano molto di gestio ne fondi e real estate, hanno costruito un gros so patrimonio e ora pos sono dedicare molto tempo al golf. Beati loro...