La penna degli Altri 17/04/2011 14:52
Ore 12, Boston, la Roma in tv
A metà della strada ecco il Caffè dello Sport. Giusto il tempo di trovare posto e la partita inizia. A vederla ci saranno una cinquantina di persone. I giornalisti, certo, ma anche dei turisti e, soprattutto tanti italo americani. Gente del quartiere che vive quotidianamente il bar. Si conoscono tutti, e due di loro si punzecchiano per tutti i novanta minuti. Il primo dei due, seduto nelle prime file, è vestito con una tuta della Roma e quindi non si fa fatica a capire per chi faccia il tifo. Laltro sta in piedi qualche metro più indietro e tiene per il Palermo. La Roma va in vantaggio e nel bar esplode la gioia, anche se un po contenuta. Perché manca ancora tanto, troppo. A fine primo tempo ecco il rigore per i siciliani. Unassurdità, un errore clamoroso. Eppure il tifoso del Palermo comincia a dire: «È netto, è netto». Poi arriva il replay e lui: «Vabbè, cavete ragione, non cera niente». E tutti a ridere nonostante la rabbia per il torto subito.
Lasciamo per un attimo i due tifosi italo americani che si trovano sul lato destro del locale, perché lattenzione va allangolo alla estrema sinistra. Seminascosti ci sono due anziani che giocano a carte e alternano parole in italiano e altre in inglese: «E damme chista carta qua». Ci spiegano che si tratta di Salvatore, che vive a Boston da 60 anni e di Angelo che è il proprietario del bar ed è di Bergamo. Accanto a loro ci sono un ragazzo e una ragazza. Sono Alessandro e Martina, lui della Magliana, lei della Romanina, sono cugini e sono in vacanza negli States da una decina di giorni. Prima sono stati a New York e ora sono qui, un po infreddoliti. Soprattutto Martina che soffre la giornata ventosa e che comunque ha voluto accompagnare Alessandro, tifosissimo della Roma, a vedere la partita. Durante lintervallo cè tempo per mangiarsi un panino, in fin dei conti è quasi ora di pranzo.
La cameriera porta i menù. E i sandwich hanno i nomi di giocatori di calcio. Cè il Maldini, cè il Vieri e pure lInzaghi. Ma soprattutto ci sono i panini romanisti. Il De Rossi, che ha dentro le polpette, il Pannucci (con due enne), cè il Perotta (con una erre) che dentro ha carciofi, gorgonzola, pomodoro e basilico. E ovviamente cè il Totti (con il tacchino) che ovviamente è il più gettonato. Sul secondo tempo e sulle parolacce lanciate verso il televisore dai presenti è meglio soprassedere. Più interessante è scoprire chi erano i due italo-americani rivali per un giorno. Sì solo per un giorno. Perché in realtà si conoscono, sono amici. Il romanista si chiama Marco Giorgini è originario di Cinecittà e vive a Boston da 20 anni. È partito dallItalia quando ne aveva 28 e ora lavora per il comune di Boston come ufficiale giudiziario. Laltro è Sergio, 62 anni ma ne dimostra almeno 15 in meno. È un grande personaggio, nel quartiere lo conoscono tutti. È arrivato qui da Enna nel 1971, e ci tiene a precisare: «Il 18 giugno del 71, tra poco faccio 40 anni qui». Ci spiega che per raccontare la sua vita ci vorrebbe una settimana: «Ho fatto cose buone e altre meno. Me sempre senza malizia. Io sono uno che se viene maltrattato un animale accorre subito a difenderlo. Quando cè da difendere qualcuno io ci sono sempre». Sergio spiega come il quartiere sia tanto cambiato rispetto a 30 anni fa. Per lui in peggio. Ma in realtà, per chi come noi capita lì per la prima volta, non è affatto male. Si sente ancora forte il legame con le origini. E da venerdì notte, con la Roma che è passata nelle mani dei bostoniani, questo legame e orgoglio di essere italiani è ancora più forte.