La penna degli Altri 09/04/2011 11:15

Mexes oggi lascia Villa Stuart e stasera tifa Roma

Per questo intende stare vicino alla squadra, in campionato come in Coppa Italia, anche se la Roma, qualora andasse in finale, molto probabilmente incontrerà il Milan, cioè la sua futura squadra. Questo è quello che il francese ha promesso ai compagni e ai dirigenti che lo sono andati a trovare e che lo hanno riempito di telefonate e messaggi in questa settimana (ultimo Borriello che sulla sua pagina gli ha mandato l’in bocca al lupo pubblicando una loro foto privata) che ha trascorso in clinica dopo l’operazione al ginocchio sinistro: «Voglio fare come ha fatto Francesco quando era infortunato – le sue parole – e stare vicino alla squadra adesso che non gioco». Sabato prossimo contro il Palermo è infatti atteso allo stadio.

L’operazione lo farà stare lontano dai campi di gioco per un periodo che va dai quattro ai sei mesi, al termine dei quali sarà già a Milanello pronto a cominciare una nuova fase della sua vita e della sua carriera. Per adesso però, dopo aver confermato il trasferimento tre giorni fa, non vuole più parlarne. Almeno stando a quanto ha detto ai cronisti che anche ieri erano andati a Villa Stuart: apparso di umore più cupo rispetto ad appena ventiquattro ore prima, Philippe ha detto: «Del Milan non parlo», rispondendo poi così a chi gli chiedeva informazioni sulla sua salute: «Come sto? Bene.. Mo’ vado a balla’...». Non era solo, il difensore: con lui la madre e la sorella, che non l’hanno mai lasciato solo in questi giorni, il figlio maggiore Enzo, e il procuratore Olivier Jouanneaux. Tutti gli hanno fatto compagnia durante la fisioterapia, che Phil ha svolto a partire dalle 11. Adesso è probabile che tiri un po’ il fiato in questo fine settimana e che da lunedì riprenda a lavorare a pieno ritmo.

L’obiettivo è quello di poter essere pronto a metà luglio, per aggregarsi ai nuovi compagni del Milan in tempo per il ritiro. Prima di allora però Phil ha un sogno: vincere la Coppa Italia all’Olimpico e salutare una à «che mi ha dato tantissimo» con un trofeo in mano e una medaglia d’oro al collo