La penna degli Altri 06/04/2011 20:25
Menez e Vucinic spine per Montella
NUOVE SPINE - Alla fine della gara tra Roma e Juventus, domenica sera, non sono passate inosservate alcune considerazioni di Montella: "Da Menez e Vucinic mi aspettavo di più, non si può sempre pensare di decidere la gara da soli". Parole non certo urlate, come nello stile dell'allenatori. Ma che hanno raggiunto il bersaglio. Riaccendendo gli animi di due giocatori, che prima ieri e poi oggi hanno disertato l'allenamento della squadra. Un fastidio al ginocchio per Vucinic, un indolenzimento alla schiena accusato dal francese. Per entrambi, lettino della fisioterapia e nulla più. Non esattamente la reazione che si aspettava Montella, dopo la prova incolore di domenica, nonostante entrambi abbiano fin qui ricevuto la piena fiducia (sempre titolare l'ex Lecce, dall'inizio nelle ultime 3 gare il transalpino) ricevuta dal tecnico.
VUCINIC RESTA - Sia Vucinic che Menez, nei mesi scorsi, avevano chiesto di lasciare la capitale: il numero "9" lo aveva chiesto apertamente il 6 gennaio, dopo la doppietta in Roma-Catania, per ribadirlo dieci giorni dopo al termine di Cesena-Roma. Su di lui, però, c'è il veto di DiBenedetto (che proprio per Vucinic ha speso parole splendide nelle sue interviste romane) e di Baldini. A meno di offerte irrinunciabili - piace a Inter e Tottenham, ma nessuno si è sin qui presentato con proposte a cui è impossibile dire di no - lui resterà. per rappresentare uno dei pilastri della Roma del prossimo anno.
MENEZ ADIEU - Discorso diverso per Menez, la cui richiesta di essere messo sul mercato risale a metà febbraio, durante un colloquio ai dirigenti in cui aveva voluto esprimere il proprio malumore. Ieri, dopo il forfeit in allenamento, proprio il francese è stato immortalato per le vie del centro con la fidanzata: nulla di grave (anzi), anche se lo stop di oggi ha stupito più di qualcuno. Nel pomeriggio odierno, anche una visita al compagno di squadra e di nazionale Philippe Mexes, a Villa Stuart. Dove ha voluto escludere problemi con Montella: "Ci siamo parlati, è tutto chiarito". Poi, però, un criptico intervento sul proprio futuro: "Resto? Non lo so". Baldini e Sabatini, al lavoro per la nuova Roma americana, non faticheranno a farsene una ragione.
MEXES: "VADO AL MILAN" - Un altro francese ormai prossimo all'addio, è Mexes. "Probabilmente andrò al Milan", ammette candidamente dopo mesi di depistaggi e dichiarazioni ("se mi faccio il crociato poi chi mi prende?") al limite dell'autolesionismo. "Ora, però, penso solo al ginocchio", ha detto il centrale durante il primo giorno di riabilitazione dopo l'operazione al ginocchio. Sulle proprie condizioni, Mexes spera: "Sono fiducioso e felice, perché dopo un giorno già cammino. Mi hanno telefonato i dirigenti della nazionale ma anche quelli della Roma. A Trigoria decideremo come programmare la fase di recupero, scegliendo una persona che mi seguirà". Magari, non fino a Milano.
GASPERINI: "LA ROMA? AFFASCINANTE" - La voglia della gente di conoscere i piani futuri ha contagiato anche la squadra: "La curiosità c'è da parte di tutti, per vedere che tipo di squadra faranno, se ne scrivono tante", ha ammesso Perrotta alla rivista ufficiale del club. Se la settimana scorsa è servita per gettare le basi della futura dirigenza (con gli incontri di DiBenedetto con, Sabatini, Montali e Baldini), da questa in poi la priorità è progettare la squadra della prossima stagione. Il dubbio maggiore, sin qui, riguarda soprattutto l'allenatore: da Gasperini a Guardiola la forbice - anche qualitativa - dei nomi diffusi da vari mezzi d'informazione è fin troppo ampia. Ma se a Boston (e non solo) continua il pressing sul tecnico catalano, proprio l'ex tecnico del Genoa, spera: "Io alla Roma? L'idea è affascinate, quando si parla delle migliori formazioni del nostro campionato sono accostamenti che fanno piacere anche se prematuri, magari tra qualche settimana sarà diverso. DiBenedetto? Con il suo arrivo la Roma si può rafforzare ancora di più e già ora è una squadra forte. Speriamo ci possano essere interessamenti". Speranze, nulla più.