La penna degli Altri 30/04/2011 11:34
La Roma al Viminale: «Togliete il divieto per Milano!»
Facciamo un passo indietro, torniamo a quello che era successo il giorno prima. È giovedì, è il giorno in cui il Casms, acronimo di Comitato di analisi sulle manifestazioni sportive, deve decidere quali partite sono da ritenere a rischio e quali no. Per quelle a rischio, non esistono mezzi termini. O è bianco o è nero. Il grigio non è contemplato. Se il Viminale pensa che un incontro lo sia, i residenti della regione della squadra ospite restano a casa. La deroga, il salvacondotto, è la tessera del tifoso. Chi la possiede, può andare nel settore ospiti, ma pure in qualsiasi altro settore dello stadio. A sorpresa, giovedì il Casms valuta a rischio Inter-Roma dell11 maggio. A sorpresa anche della Roma, che aspettava il via libera per comunicare tempi, prezzi e modalità della prevendita (per i tesserati: 10 euro, terzo anello di San Siro, da lunedì nei punti Lottomatica). Ma perché a sorpresa? Semplice. Perché per landata, per Roma- Inter, il Viminale non aveva adottato alcun provvedimento. AllOlimpico si erano presentati sia i tifosi nerazzurri titolari di tessera, sia quelli che ne erano sprovvisti. Armata di santa pazienza, la Roma aveva quindi provveduto a istituire un secondo settore ospiti, adiacente a quello ufficiale, spostando nei Distinti i romanisti che nella Nord si sarebbero trovati a confinare con gli interisti. A Trigoria si attendevano di vedere contraccambiata la cortesia. Nemmeno per sogno. Giovedì, appunto, il Casms vieta la trasferta ai non tesserati. E quindi al 95% di coloro che seguono la Roma sempre. Anche lontano dallOlimpico, quando piove, nevica, tira vento, cè il sole che picchia, ti giochi lo scudetto o balli sullorlo della retrocessione. Sempre. Se- m-p-r-e. Non ci potranno essere, loro. Motivazione del divieto? Nessuna, ufficialmente. Ufficiosamente, invece, si sa che il problema vero è uno solo. A insindacabile giudizio del Viminale, gli interisti sono i buoni e i romanisti i cattivi.
Mancano i brutti, commenterebbe con un punta di romano sarcasmo il maestro Sergio Leone. Dal Ministero gettano un salvagente alla Roma. Dicono, lassù: abbiamo vietato la prevendita anche ai laziali per Inter-Lazio, eppure erano gemellati, poi è arrivato Lotito, che si è offerto di prendere i nominativi dei non tesserati e ha spedito a Milano i suoi steward, e i laziali sono potuti andare. Stessa cosa, insistono al Viminale, hanno fatto il Bari, questanno e sempre con lInter, e domenica scorsa il Cesena a Bologna. Però è una schedatura. I nominativi vengono inviati alla Questura di Roma, che dà lok solo una volta che lelenco è stato scremato. Viene cioè valutata la presenza di eventuali motivi ostativi, leggi daspo o diffide. Sostanzialmente - via - è come sottoscrivere la tessera del tifoso. Certo, sarebbe una sottoscrizione limitata a Inter-Roma. Vorrebbe dire però, per chi non accetta lidea di una patente per tifare, contravvenire ai propri principi. Significherebbe violentare le coscienze di chi si sente libero. Di chi del pensiero ultras ha fatto uno stile di vita, pure oggi che magari ha 50 anni e va in Tribuna Tevere con la famiglia. A Roma, almeno, è così. E a Roma saremo pure cattivi. Ma i brutti sono altrove.