La penna degli Altri 12/04/2011 11:41
Inter-Lazio, Lotito confessa
IL ROMANISTA (P. BRUNI) -
«Le partite sono formate da due squadre larbitro e lambiente. Provate voi a giocare con sessantamila vostri tifosi che vi minacciano. Io posso rispondere solo del mio comportamento e di quello della mia squadra, non certo di quello che succede sugli spalti». L atmosfera tranquilla e serena del Premio Gentleman a Spazio Novecento viene incrinata dalle dichiarazioni di Claudio Lotito che torna allo scorso anno, alla sfida farsesca fra la Lazio e Inter. E con le sue dichiarazioni in pratica ammette che quella fu una partita finta. Ma il numero uno biancoceleste, sempre prodigo di parole e citazioni latine, non si è smentito neppure quando è stato sollecitato dai cronisti per le dichiarazioni rilasciate Domenica («La Lazio ha messo in campo una task force per valutare landamento di queste ultime sei partite»). «Dico solo che non devono incidere fattori esterni nelle partite, non mi riferivo agli arbitri. La task force è qualcosa che fa parte anche di altre istituzioni. Se mi sono posto questo problema è perché voglio dare più forza e credibilità allistituzione. Se una persona segna e il gol non viene riconosciuto è un errore e ci può stare. Se poi succede più di una volta, allora errare humanum est, sed perseverare est diabolicum».
Ma la serata, prima dellexploit di Lotito, aveva vissuto momenti di piacevole divertimento, fra risate, sorrisi e vitale goliardia. Il primo a finire sotto i flash e i microfoni era stato Julio Sergio. Volto disteso, nonostante un fastidioso problema alla caviglia che si porta dietro da più di un mese, l ex migliore terzo portiere di Luciano Spalletti, ha chiarito subito le sue condizioni fisiche e, con grande semplicità, ha messo la parola fine sulle polemiche degli ultimi tempi: «Sto migliorando dal problema alla caviglia. Mi hanno dato fastidio certe notizie infondate che dicevano che non avevo nulla e che non scendevo in campo per dispetto. Quando sono arrivato mi dicevano che non potevo giocare nemmeno in serie B, questanno ho avuto infortuni a Brescia e Napoli che molti di voi non hanno notato. Il mio futuro? Non è ora il momento, pensiamo ad entrare in Champions e poi vedremo. Le polemiche di questi ultimi giorni? Non lo so ha proseguito il brasiliano in questa città è così. Noi pensiamo a noi stessi e basta. Loro fanno sempre così». Come dargli torto.
Sulla stessa linea editoriale, Nicolas Burdisso: «Che cosa ne penso della Task force? A noi non deve interessare, il nostro compito e quello di pensare soltanto al campo. Sarà una bella sfida e lotteremo fino alla fine». Lo sguardo, poi, si fa ancora più intenso quando largomento si sposta per la lotta al quarto posto: «Non cè una reale favorita per laccesso alla Champions del prossimo anno. Per quanto ci riguarda punteremo con tutte le nostre forze ad arrivarci». Appassionata e visibilmente commossa la signora Maria Sensi chiamata sul palco a ritirare il premio al posto della figlia:«Porto i saluti di mia figlia che è assente perché è stata poco bene. Sono contenta per il premio, se lo merita. Come vivo il passaggio di proprietà? Non bene, ma sono tifosa di questa squadra e spero che chi verrà faccia al meglio. Non ci sarà lamore che questa famiglia ha dato per 18 anni ma spero che almeno portino tante vittorie». Infine, arriva il turno di Gian Paolo Montali, il direttore operativo giallorosso. Si presenta leggermente claudicante per un problemino alla gamba e preferisce non rispondere a Lotito, che prima ne aveva avuto anche per lui («Ognuno ha il suo ruolo e il suo stile: io faccio il presidente della Lazio, Montali, invece, sarà il direttore generale della Roma, nominato dai nuovi soci, che sono quattro, sempre che arrivino»). «Le persone sono ciò che fanno, le persone sono ciò che dicono». Liquidato così Lotito, il direttore operativo parla però solo di calcio: «La vittoria ad Udine è stata molto importante per il quarto posto sarà difficile, ci sono tre squadre agguerrite. Abbiamo sei gare da affrontare e, in più, cè la coppa Italia a cui teniamo tantissimo. Bisogna proseguire con questo piglio». Poi un riferimento alla «fortuna» chiamata in causa da Reja: «Vorremmo avere un pò più di fortuna - aggiunge Montali -, quando allenavo a pallavolo mi chiamavano Gastone e, se lo scorso anno avessimo avuto una migliore ausilio dalla dea bendata con la Sampdoria e il Livorno, probabilmente avremmo vinto lo scudetto»