La penna degli Altri 18/04/2011 11:11

È scattata l’operazione Villas Boas

Non è semplice individuare il tecnico ideale per il progetto statunitesnse. DiBenedetto, lo ha detto chiaramente, vuole puntare sui giovani. «Non solo quelli del vivaio che la Roma ha sempre avuto, ma anche altri da individuare in giro per il mondo» le parole del nuovo proprietario, venerdì a Boston, nella conferenza stampa in cui annunciava the deal, l’accordo concluso con UniCredit per il passaggio di consegne dalla famiglia Sensi al consorzio Usa. L’identikit del nuovo tecnico è ormai chiaro: un emergente che sappia ridare vita ed energia alla Roma. «E’ nervosamente morta». La frase è la sintesi di quanto pensano gli uomini di DiBenedetto che si stanno occupando della ricostruzione. «Va rifatta, perché finita». Un’altra sentenza raccolta in queste ore e non solo per la sconfitta casalinga di sabato contro il Palermo. Baldini, pur avendo poche speranze, non abbandona la pista preferita. Da lui e dal suo staff. Il nome è Andrè Villas Boas, 33 anni e quindi addirittura più giovane del trentasettenne Montella, allenatore del Porto. Mourinho, suo maestro, gli ha però consigliato che la prima esperienza da fare è la Premier League.



Ex assistente dello Special One (sia al Porto che al Chelsea e all’Inter), il giovane allenatore ne subisce ancora il fascino, accettando i suggerimenti dell’attuale tecnico del Real. Così Villas Boas ha più volte spiegato a Baldini che è presto per trasferirsi in Italia, avendo due offerte prestigiose proprio dall’Inghilterra: quella dichiarata del Liverpool e l’altra sottotraccia del Chelsea. Ma il futuro della Roma non si dà per vinto e già in questa settimana dovrebbe nuovamente interpellarlo. L’alternativa è Carlo . Che, però, non si sposa bene per il progetto statunitense. Ormai, lo sanno bene anche Baldini e , l’attuale allenatore del Chelsea è abituato a lavorare sui top players e non sulle scommesse. Questo è il vero ostacolo al suo trasferimento nella Capitale. Lo stesso Ancelotti, tra l’altro, preferirebbe arrivare a cose fatte. Quindi tra un anno, magari con la Roma in e con la rifondazione già ben avviata. In pratica non sa se vale la pena correre il rischio di guidare una squadra completamente nuova. Ecco perché servirebbe un emergente. Uno come Spalletti prima maniera. Le telefonate di Baldini e a Vincenzo Montella, in questo senso, non sono casuali. Il tecnico giallorosso, da qualche settimana, è sotto osservazione.



Per i suoi metodi di lavoro più che per i risultati. Nemmeno gli americani hanno mai creduto che la Roma riuscisse a entrare in zona , pesato il ritardo accumulato con Ranieri in panchina. Insomma, nessuno ha chiesto il quarto posto a Montella. «Potrei andar via centrando la qualificazione , come potrei restare anche se la Roma non dovesse arrivare quarta» disse Vincenzo qualche settimana fa. E forse già sapeva che, a prescindere dal piazzamento finale, poteva giocarsi le sue chances. Ieri mattina, prima di lasciare Boston, sopralluogo a Fenway Park dei manager italiani che lavorano per DiBenedetto. Lo stadio dei Red Sox è quello che il futuro presidente vorrebbe per la sua Roma. Ma la visita, oltre per capire meglio le risorse dell’impianto che solitamente ospita i match di baseball della squadra di DiBendetto, è legata anche alle amichevoli che la Roma, la prossima estate, potrebbe disputare negli Usa. Unicredit, invece, sta individuando il possibile partner italiano che, nei prossimi mesi, avrà il 20%. Il favorito è l’imprenditore Francesco Angelini. Per tre motivi: 1) La cifra da versare non lo spaventa: circa 15 milioni; 2) L’esposizione, da socio di minoranza, non preoccupa la sua famiglia, spesso contraria: la responsabilità è minore; 3) La voglia di aiutare chi è riuscito a chiudere la gestione Sensi che non ha mai condiviso nei metodi e nelle strategie, dicendolo anche pubblicamente.