La penna degli Altri 09/04/2011 11:45

Buffon- Juve, c’è aria di addio

Ammesso che i malanni si siano davvero trascinati così a lungo, e non siano diventa­ti paravento di un evidente disagio, rimangono da scio­gliere i nodi principali sulla centralità e sul futuro del : Gigi sta meditando di cambiare maglia, urta­to e stanco perché mes­so pretestuo­samente in discussione. Era successo già nei giorni della conva­lescenza, è riaccaduto appe­na l’influenza l’ha obbligato a disertare Roma-. E’ curioso che nel giorno della tregua, del chiarimento con Marco Storari, del colloquio tra l’ad Beppe Marotta e il suo agente Silvano Martina, il numero uno riceva l’invito per la grande cerimonia del 16 maggio a Oviedo, quando sarà premiato dall’Iffhs co­me miglior degli ul­timi dieci anni: quasi un ri­sarcimento in un momento in cui si sente solo, ferito dai commenti sull’ingaggio trop­po alto, dai paragoni senza misura né memoria, da frec­ciate sicuramente involonta­rie però tollerate dalla socie­tà.

CREPA -Meglio chiarire che Gigi non intende far pesare il suo valore di campione e simbolo: semplicemente vorrebbe uscire da una si­tuazione kafkiana. Un passo indietro, per inquadrarla be­ne: lui si opera e la società sceglie Storari, ottimo sosti­tuto ma le gerarchie sono ni­tide, eppure sibilano voci su un’eredità anticipata perché Buffon, troppo oneroso, è sul mercato. Lui lavora duro e non si vede mai a Vinovo, pe­rò va a Genova a trovare gli azzurri: si parla così d’in­comprensioni, d’una pro­messa disattesa sulla confer­ma d’un cui è le­gato. Nell’imminenza del ri­torno, Del Neri lo ghiaccia:«Sarà dura per chiunque sfi­lare la maglia a Storari». Ma non c’è sfida: Gigi ritrova la porta. E Storari riconosce:«Ho davanti il numero uno al mondo». Il gelo sembra sciogliersi, sboccia il feeling con del Neri, le indiscrezionisu Roma e non lo di­sturbano, sopporta meglio persino quelle sullo stipen­dio da spalmare. Finché la febbre con l’assale a Roma e Storari, che para tutto, a fine partita sbotta:«Solo un cieco non vedrebbe...». Gigi rima­ne male, non tanto per le pa­role, quanto perché nessuno della società prende posizio­ne: è come se si aspettasse soltanto l’occasione per ri­metterlo in discussione. L’in­fluenza guarisce, il disagio no: il sedimentarsi delle in­comprensioni riapre la cre­pa cementa­ta. E Gigi, nella solitudi­ne della pale­stra, si sco­pre a medita­re sull’addio.

VERTICE -Cin­que giorni al riparo, la scusa della febbre che non regge, il mal di schiena sussurrato che può essere un alibi più solido o una verità taciuta per paura di speculazioni. Di sicuro, cinque giorni di rabbia e amarezza, un breve contatto con Marotta giovedì e nes­sun incrocio con Storari. Il dodicesimo si chiarisce ieri, spiega che non voleva man­care di rispetto: nessun pro­blema, Gigi capisce persino il suo sfogo, non accetta la si­tuazione complessiva. C’è anche Martina, a Vinovo: parla con Paratici, s’intrat­tiene con il “suo” . «Domenica- spiega ai gior­nalisti -ha avuto la febbre, forse il problema si è scate­nato per un piccolo dolore alla schiena che però non centra con l’intervento al­l’ernia. E’ rimasto a riposo precauazionale, ma adesso è pronto». Una toppa diplo­matica, anche perché il ma­lanno vien fatto risalire ai giorni della Nazionale, ma i medici azzurri non confer­mano. Martina aggiunge che Gigi merita più rispetto: allude ai media, può diventare un messaggio più ampio. Nel primo pomeriggio, l’agente incontra Marotta in sede. Il clima è disteso, per un mo­mento si pensa anche a un comunicato congiunto che spazzi via le indiscrezioni, nessun cenno al futuro che però dovrà essere affrontato al più presto: perché Gigi che non si sente adeguata­mente considerato, che si ri­trova sotto esame perché Storari fa due paratone, av­verte sempre più forte la tentazione di andare via.