La penna degli Altri 17/04/2011 13:20
Arriva lAmerica, se ne va lEuropa. Il Palermo rovina la festa alla Roma
col Palermo di Delio Rossi proprio allOlimpico.
Uno stadio con tante bandiere e cappellini a stelle a strisce, rimasto attonito quando Abel Hernandez - ventenne uruguaiano portato a Palermo proprio da quel Walter Sabatini adesso ingaggiato da Di-Benedetto & C come scout della nuova Roma ha messo dentro i suoi due gol che sancivano lennesimo appuntamento mancato di una Roma molto più piccola di ciò che vuole apparire. Un tracollo (3-2 per il Palermo, che veniva da 4 sconfitte esterne consecutive) del resto perfettamente in linea con lintera nerissima stagione. In diretta tv al nuovo padrone saranno sicuramente arrivati i fischi con cui il pubblico, per altro entusiasta e felice della svolta societaria, ha sommerso Totti & C. usciti dal campo a testa bassa. Lo stadio si è particolarmente inferocito con Menez e Vucinic, simboli di una Roma sempre in contemplazione estatica e mai veramente decisa, mai concreta.
Tre schiaffi che compromettono la qualificazione alla Champions e che possono costare dunque qualche decina di milioni ai businessmen così minuziosi e precisi nello stilare il contratto, ma che evidentemente ancora non hanno fatto i conti con le follie di una squadra incapace questanno di mettere tre mattoni uno sopra allaltro. Rosella Sensi che aveva cominciato la partita inquadrata dalla tv mentre cantava a squarciagola linno di Venditti, avrebbe certamente voluto unuscita di scena migliore di questa. La Roma ha prodotto solo un gol su rigore del solito Totti, alla sua ottava rete con Montella. In un primo tempo assolutamente noioso ci ha pensato larbitro Romeo a movimentare la partita: non ha dato un rigore per fallo di Burdisso su Pinilla, ha dato quello alla Roma per la maglia di Menez appena trattenuta da Bacinovic, si è inventato un altro rigore perché Pinilla è caduto da solo davanti a Burdisso. Dopo la doppietta di Hernandez in contropiede il pubblico avrebbe addirittura fischiato Vucinic sullultimo gol, quello del 2-3. Il montenegrino aveva infatti sbagliato prima un clamoroso gol a porta vuota, a simboleggiare una squadra ormai senza più testa. Nella Roma o segna Totti, altrimenti niente. La strana Roma di Montella fa punti e vittorie fuori (Bologna, Lecce e Udine) ma disastri in casa (Juve e Palermo). Lallenatore è apparso particolarmente affranto. Si sta giocando il futuro e ogni sconfitta lo allontana dalla riconferma, sfavorendolo rispetto ad Ancelotti. Che a sua volta però, potrebbe non essere attratto da una squadra fuori dalla Champions. Paradossalmente quando era in piena bufera la Roma si reggeva sui nervi, adesso che il futuro è chiaro si rilassa. «Ci sono molte analogie tra le ultime due sconfitte - ha detto il tecnico- . La scorsa volta ci furono trattative a Roma fino al sabato e poi noi abbiamo perso con Juve. Adesso ci sono state trattative fino a notte a Boston e noi abbiamo perso col Palermo. Giocatori e lallenatore non dovrebbero farsi coinvolgere, ma è così. Nei momenti più importanti purtroppo questa Roma viene a mancare. Per il
quarto posto ci proveremo, ma è inutile nascondersi dietro a un dito: tutto ora è più difficile». Fino a notte fonda la squadra aveva seguito sveglia a Trigoria le vicende della firma di Boston: ma nessuno adesso può sapere quale sarà il proprio futuro