La penna degli Altri 14/03/2011 09:14

Roma, ecco la quinta perla

ha fatto saltare il banco con una punizione dal limite, guada­gnata dall'immenso Pizarro. La barriera si è aperta come un melo­ne, il tiro forte ma centrale ha sor­preso Muslera, che si è opposto in modo goffo, facendosi passare il pallone quasi sotto le braccia. Una mezza papera e forse più di mezza, solo che Muslera denuncia di es­sere stato ipnotizzato non da ma da un laser che qualche imbe­cille gli ha piazzato in faccia. Che il laser ci fosse, si scopre dopo in tv, che poi gli abbia impedito di pa­rare il siluro di è da dimo­strare.

NIENTE RIMONTA - Su quel gol, co­munque, la Roma si è esaltata, questa volta niente rimonte. Anzi. Alla Lazio, invece, sono saltati i nervi, Radu ha mollato una testata a Simplicio a gioco fermo, e subito dopo, in occasione del rigore, Le­desma si è fatto cacciare per pro­teste. Su un contropiede di Taddei, con relativo cross al centro, Broc­chi e Biava hanno atterrato Sim­plicio e dal dischetto ha com­pletato il suo trionfo. Un campione che a 34 anni vince il derby quasi da solo è un prodigio della natura. Già perchè dopo il primo gol, è stato lui a far perdere la testa ai la­ziali. Si è impadronito del pallone e per guadagnare tempo ha inco­minciato a congelare la partita al­l'altezza della bandierina, guada­gnando punizioni e corner, sino a quando Radu, colto da frustrazio­ne, ha colpito Simplicio a gioco fer­mo. ha preso calci e calcioni, ha avuto questa volta il merito di non reagire. L'episodio più ripro­vevole, cinque minuti dopo l' 1- 0. All'altezza delle panchine, Matuza­lem l'ha buttato giù e poi nel saltar­lo gli ha piazzato una scarpa in fac­cia. Nè Tagliavento, nè il guardali­nee a due passi, tantomeno il quar­to uomo, se ne sono accorti e da quel momento il derby è diventato un western, nel quale la Roma, for­te del vantaggio, è rimasta più lu­cida, mentre la Lazio è diventata isterica.

CINQUE DI SEGUITO - Laser o non la­ser, ci sarà pure un motivo se la Roma con questo ne ha vinti cin­que di seguito. E magari bisogne­rà capire anche perchè Reja, così bravo nel costruire una squadra da alta classifica, i derby sinora li ha persi tutti. La Lazio ha una respon­sabilità chiara, evidente: ha rinun­ciato a fare la partita, non è stata mai aggressiva, ha preferito fidar­si della sua solida organizzazione difensiva, ha giocato con poca per­sonalità. Voleva vincere o le sareb­be andato bene anche lo 0-0? Que­sto il sospetto che ha alimentato dall'inizio alla fine. Il suo derby si condensa in un'incornata di Floc­cari, peraltro finita fuori, da ­logare come palla gol. Per Doni so­lo routine.

La Roma, pur con i suoi limiti at­tuali, ha provato a vincere dall'ini­zio. Meglio della rivale nel primo tempo, con una traversa e una pal­la gol, meglio ancora nella ripresa con i due gol e una gestione molto più generosa e attenta della parti­ta. Montella ci ha provato subito, mettendo Menez e non Taddei, ma il francesino ha deluso tutti e in­fatti quando è entrato Taddei le co­se sono andate meglio. Sulla sini­stra Vucinic ha fatto ammattire Li­chtsteiner, ma ha trovato sempre raddoppi puntuali dei laziali. si è mosso a tutto campo, con una freschezza e una vivacità viste ra­ramente in questa stagione. Poi ha piazzato i due ko, cosa che nel der­by non gli era riuscita nemmeno quando aveva vent'anni. Il vero ar­chitetto di questa Roma, che in quattro partite ha preso dieci pun­ti e ora può tentare di arrampicar­si sul quarto posto, è comunque Pi­zarro, che ha cambiato faccia alla squadra. Ha timbrato l'incrocio do­po cinque minuti, si è guadagnato la punizione che ha trasfor­mato in vantaggio, ma soprattutto ha diretto le operazioni senza but­tare mai la palla, garantendo geo­metria e armonia agli attacchi, re­cuperando palloni davanti alla di­fesa. e Pizarro, dunque. E in più, Montella, che al suo primo derby in panchina, non ha sbaglia­to una mossa: felici le sue sostitu­zioni, quanto sbagliate e confuse quelle di Reja. Anche questo con­ta, alla fine.