La penna degli Altri 14/03/2011 10:09

Riise: «C’è solo un capitano... Aggressivi e lucidi, avanti così»

UNITI -Stavolta no: il derby ha travolto ogni rimostran­za personale. Anche la rab­bia di Menez, che dopo es­sere stato sostituito da Tad­dei si è tolto la maglia ed è andato quasi subito sotto la doccia, è pas­sata sotto silenzio. La festa romanista, so­bria ma necessaria, è continuata negli spo­gliatoi. Indirizzata soprattutto a lui, al ca­pitano, che a 34 anni e mezzo e nella stagio­ne più complicata ha giocato il derby più bello della sua vita, arricchito dalla prima doppietta. John Arne Riise prende in pre­stito un coro della per descrive­re l’importanza del compagno:« Come si dice, c’è solo un capitano... Francesco è un uomo e un giocatore incredibile. Sono feli­ce di essere nella sua squadra ». Ed è con­tento anche di sé:«Credo di aver giocatouna buona partita. E mi fa piacere visto che quest’anno non sempre ho reso secon­do le mie possibilità. Spero di continuare così per accontentare i tifosi». Sulla volata per la , Riise spiega:« Voglia­mo arrivare quarti, è il nostro obiettivo. Nel derby siamo stati aggressivi e lucidi, come avevamo previsto prima della partita. Ora dobbiamo continuare così, a comincia­re da domenica prossima a Firenze».

GLI ALTRI -La felicità di Rii­se è condivisa da Doni, che contro la Lazio ha riassapo­rato il candore del che non prende gol:«Stiamo crescendo. Abbiamo dimo­strato il nostro valore e la qualità del nostro gioco sen­za farci prendere dal nervo­sismo come era successo a Donetsk ». Simone Perrotta aggiunge:« E’ una grande domenica ma adesso ci ser­ve continuità. Troppe volte ci è mancata. Il quarto posto è ancora lontano. Certo, è po­sitivo se torna un po’ d’entusiasmo. In que­sto derby abbiamo fatto vedere che siamo più forti della Lazio, sotto tutti i punti di vista. Inoltre, si è notata la compattezzadelnostrogruppo».

LA CENA -A questo proposito, è emersa una curiosità negli spogliatoi. Molti giocatori si sono ritrovati a cena qualche sera fa, dopo la trasferta di Donetsk, per parlarsi, di­strarsi e rafforzare il feeling di squadra. Se non altro, l’idea ha portato fortuna.