La penna degli Altri 18/03/2011 09:12

Menez, ora o mai più

Non che di suo sorrida molto il francese ma a conti fatti è probabilmente quello che ha sofferto maggiormente l’addio di Ranieri. A pensarci bene la sua storia in giallorosso è stata sempre caratterizzata da alti e bassi. A partire da Spalletti, passando proprio per Ranieri e arrivando a Montella, Menez ogni volta ha faticato ad imporsi. C’era riuscito con il tecnico di San Saba, dopo qualche scontro iniziale. In questa stagione, infatti, con un gioco basato quasi esclusivamente sulle individualità, Menez era stato eletto dalla precedente guida tecnica come il calciatore che con le sue accelerazioni e ‘giocate’ aveva il compito di scardinare le difese avversarie. In quella che diverse volte era sembrata un’anarchia tattica, il francese aveva rubato l’occhio per le sue qualità tecniche, libero di cercarsi la posizione che preferiva in campo. Che fosse dietro i due attaccanti o spostato sulla fascia poco importava, privato com’era dai compiti di copertura. Una libertà che gli aveva permesso di emergere sul collettivo, conquistarsi stabilmente un posto in squadra ed esser nuovamente convocato in Nazionale.

Con Montella, invece, ecco il ritorno al passato. La decisione di tornare al ha fatto in modo che gli spazi per il francese si riducessero drasticamente. E non perché l’Aeroplanino non abbia fiducia in lui, anzi. Ogni volta che ne ha parlato ha sempre tessuto le lodi del calciatore - «Conto molto su Jeremy perché sono consapevole che può risolvermi le partite» - rimarcando però anche qualche aspetto sul quale lavorare: «È un giocatore straordinario con caratteristiche particolari, quindi bisogna pesare i pregi e anche le lacune». E non è un caso quindi che il suo minutaggio, con il cambio in panchina, si sia più che dimezzato: sotto la gestione-Ranieri, Menez ha giocato 17 partite da titolare e in 6 è entrato dalla panchina, restando in campo una media di 57 minuti per gara. Dopo il cambio dell’allenatore le presenze sono state 4 su 4, ma solo domenica scorsa è sceso in campo dal primo minuto, facendo precipitare la media a 26 minuti per gara. I motivi non sono difficili da trovare. Quelle che con Ranieri erano le armi in più – l’anarchia, la possibilità di trovarsi sempre al centro del gioco nel centrocampo a rombo, di lasciarsi guidare esclusivamente dal suo estro e la possibilità di tralasciare (o quasi) i compiti difensivi – con Montella sono diventati gli aspetti da limare e correggere. Non perché adesso il francese non debba saltare l’uomo e servire assist invitanti ai propri compagni. Nel farlo, però, deve ricordarsi che c’è anche una fase difensiva, fondamentale soprattutto per gli esterni del trio dietro l’unico attaccante del .

A Firenze ha una grande chance: Vucinic è squalificato e nonostante Montella stia continuando a mischiare le carte – alternando Brighi nella posizione del montenegrino o affiancando Borriello a in un abbozzo di 4-4-2 – è probabile che il francese scenda in campo ancora una volta titolare cambiando però posizione: anziché a destra come nel derby, giocherà a sinistra. A questo punto poco importa: Firenze suona come una sorta di ultima chiamata, sia per lui che per la Roma. Una chance, che parta titolare o entri a partita in corso, da non sprecare. In vista di domenica – nonostante le assenze nell’allenamento di ieri di (tendinite), Riise (colpo alla coscia) e Pizarro (differenziato ma di gestione) – l’unico indisponibile alla fine dovrebbe essere Cassetti che continua a soffrire di pubalgia.

Slittata, intanto, la decisione della commissione disciplinare della Uefa che attraverso la prova tv, è chiamata a giudicare la gomitata sferrata da De Rossi al capitano dello Shakhtar Donetsk, Srna, nella gara di ritorno degli ottavi di . La comunicazione della è attesa per questa mattina. Subito dopo Prandelli chiamerà il giocatore: a rischio la convocazione in Nazionale per la gara di venerdi a Lubiana contro la Slovenia, valida per Euro 2012.