La penna degli Altri 12/03/2011 12:12
I gioielli di Montella linvincibile
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Daltra parte, per chi passerà alla storia come lautore del famigerato poker in Lazio-Roma 1-5, la tradizione contro i biancocelesti non poteva interrompersi solo per il passaggio dal campo alla panchina. Quattro su quattro, undici gol fatti, appena due subiti: questi i numeri di Montella nelle quattro occasioni in cui ha incrociato la Lazio fra campionato e tornei, prima con i 95 (che ha portato a un passo dallo scudetto), poi con i 96. Il suo debutto in panchina contro i biancocelesti risale al 21 novembre 2009. Roma in vantaggio con Jacopo Ferri, risponde la Lazio con una punizione del figlio darte Rocco Giordano. A inizio ripresa, Montella prova a scuotere i suoi passando dal 4-2-3-1 al 4-4-2, grazie allinserimento dellesterno Cristian Anastasio. È la mossa decisiva, perché proprio lui mette la firma sulla rete che regala alla Roma vittoria e supremazia cittadina, per di più a una manciata di secondi dallo scadere. «Mi sono emozionato» dice quel giorno un raggiante Montella e cè da credergli. Al ritorno a Trigoria va in scena una partita senza storia: i giallorossi, ormai lanciati verso le fasi finali grazie a un distacco abissale sulla seconda in classifica, asfaltano i cugini con il tris firmato ancora Ferri, Catania e Lucatelli. Sempre ai 95 si deve il risultato più largo, un 4-0 rifilato ai cugini il sabato di Pasqua nella finale di un torneo riservato sgli Under 16. A segno stavolta ci vanno Casciani, Lucatelli, Battaglia e Fedeli. A invertire la tendenza non basta il cambio di annata. Dopo aver sfiorato il tricolore, Montella è confermato sulla panchina dei Giovanissimi, composti questanno dal gruppo dei 96, attualmente imbattuto in campionato grazie alle ventitré vittorie in altrettante partite ottenute dalla squadra ora guidata da Massimiliano Catini. Qui le statistiche parlano di un solo sconto, quello andato in scena a Trigoria allinizio di dicembre. Per la Lazio non cè niente da fare: Martinozzi, Ansini e Damiani non lasciano scampo ai biancolesti, al termine di un match dominato a tal punto che alla fine Montella riesce a fare il distaccato: «Vincere un derby fa sempre piacere, ma ormai sia io sia i ragazzi ne abbiamo qualcuno alle spalle e lemozione passa in secondo piano». Difficile che lemozione, scacciata con i ragazzini, non lo accompagni al suo ingresso allOlimpico per la sua prima volta in un deby senza la maglia numero nove sulle spalle e in bocca il sapore buono di quel poker. Si sbaglia chi lo accusa di inesperienza: come si fa a battere la Lazio è una cosa che Montella sa perfettamente