La penna degli Altri 11/03/2011 10:06

De Rossi, il pugno e la carezza

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - 
«A Daniele sono vicino in questo momento di difficoltà. Sono passato anche io in situazioni come queste, ma sono sicuro che lui è il primo a sapere di aver sbagliato e saprà come uscirne. Si soffre ancora di piú quando si vuole dare il contributo alla squadra, ma i risultati non arrivano. La passione e l’amore con il quale indossa la maglia non dovrebbero mai essere messe in discussione».  Verrebbe quasi voglia di non commentarlo, tanto è spontaneo e sincero, il messaggio che pubblica sul suo sito mentre tutto il mondo (e stavolta il presidente della Repubblica non è intervenuto)condanna il gesto di martedì sera a Donetsk. La gomitata a Srna è qualcosa di talmente brutto e scorretto che è persino superfluo dirlo. Un gesto nato in un momento in cui la testa non ragiona più, anche se dovrebbe farlo. Per uno, anzi mille motivi. Non fosse altro perché il che la Roma vuole non è questo ma quello che si auto-annulla un gol ammettendo di aver colpito il pallone con la mano. E quello che finora è sempre stato rispettato anche dagli avversari che riconoscevano sì in lui un avversario, ma anche un giocatore che dà tutto per la sua squadra. E per quella maglia per la quale, come ricorda nel suo messaggio, gioca con «passione e amore». Da sempre. Per sempre? Non si sa. Un contratto in scadenza nel 2012, l’arrivo di una nuova proprietà che non ha per nulla gradito la figuraccia in eurovisione e i rapporti difficili con una parte della à e della stampa, fanno sì che il futuro di Daniele sia in bilico. Una bestemmia, non solo dirlo, ma anche pensarlo, appena qualche mese fa. La dirigenza giallorossa, che tanto ha parlato con lui nei giorni scorsi e tanto continuerà a farlo, non ha affatto preso bene la gomitata che, se Webb avesse visto, avrebbe lasciato la squadra in 9 uomini.

La multa arriverà, proporzionale alle giornate di che la Uefa renderà note giovedì prossimo, dopo che ieri è stata ufficialmente aperta l’inchiesta (piuttosto in anticipo rispetto alle previsioni) per «comportamento improprio». La fascia di vice capitano, invece, resterà al suo posto. Perché è giusto così, come confermano da Trigoria: « è e resta il nostro vice capitano». Questo non vuol dire che Daniele giocherà dal primo minuto contro la Lazio (anche se la di Brighi rende improbabile un po’ di riposo). Se però dovesse rimanere fuori si tratterebbe solo ed esclusivamente di una scelta tecnica, non punitiva. Stesso discorso si può fare per quanto riguarda la Nazionale. Prandelli non ha preso bene la gomitata a Srna, non fosse altro perché va contro quel codice etico di comportamento che lui ha messo alla base della sua avventura azzurra. è uno di quei giocatori che più gli sta a cuore ma, spiegano fonti federali, se non dovesse convocarlo per le partite contro Slovenia (qualificazioni europee) e Ucraina (amichevole) sarebbe per una motivazione «fisica» non comportamentale. Tradotto, per dargli un po’ di riposo. Difficile da credere, visto che il centrocampista è uno di quelli che in genere viene chiamato anche per le amichevoli contro le Nazionali più improbabili. «Il comportamento di sarà valutato dal ct della nazionale e dal Club Italia», ha spiegato ieri Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio. «Dobbiamo continuare - ha aggiunto - a sanzionare questo tipo di errori, ma nel contempo bisogna saper distinguere le situazioni, stando attenti a valutare bene i comportamenti di quei giocatori che hanno dato tanto alla Nazionale». E Daniele, senza dubbio, è uno di questi. Altrimenti non si sarebbe espresso così nei suoi confronti. Domenica, per l’ennesima volta, potrebbero non giocare il derby insieme (il è in forte dubbio per il problema al polpaccio), ma se c’è una cosa che vogliono - e devono - fare insieme è riportare in alto la Roma. Non solo con i risultati, ma anche con l’atteggiamento e i gesti che competono a chi indossa una maglia così importante.